Meloni epocale a Porta a Porta: “Mi batto nell’interesse della nazione”. Fiducia del governo sulla manovra

«Gli italiani non si aspettano miracoli, sanno che la situazione è difficile e che può cambiare tutto da un giorno all’altro. Quello che si aspettano è che ciò che fai non lo fai per un tornaconto personale, ma perché è giusto». Giorgia Meloni fa il punto sui suoi primi giorni di governo nello speciale di “Porta a porta” in onda questa sera su Rai1. «Io mi aspetto di fare ciò che è giusto, vorrei dare l’impressione di una politica e di istituzioni che si muovono nell’interesse della nazione», ha aggiunto il presidente del Consiglio.

Con Bruno Vespa, Meloni parla dei temi di stretta attualità politica. Fornendo alcune assicurazioni agli italiani. «Finché io conto qualcosa, che l’Italia non acceda al Mes lo posso firmare con il sangue», assicura la Meloni. Il premier ha quindi ribadito che il fondo salva Stati è «una cosa troppo poco utile». E ha sottolineato: «Ma ci chiediamo perché il Mes non è mai stato usato da nessuno? Perché le condizionalità sono troppo stringenti e perché il Mes è un creditore privilegiato, cioè in caso di difficoltà è il primo a dover essere restituito. Allora io vorrei capire se c’è un modo per cui il Mes sia un fondo utile e che non rischi di metterci un cappio».

A proposito di Ue, Meloni a Porta a Porta ribadisce la sua visione: l’Italia può «essere l’interfaccia per l’energia del Mediterraneo» e il Paese «che controlla l’energia in tutta Europa». Sul flusso dei migranti, il capo del governo ha ribadito: «La materia dell’immigrazione va tutta rivista e va rivista insieme. Ho scoperto che il decreto flussi, quando è stato fatto, noi lo facciamo a valle e non a monte cioè prima li facciamo entrare». «Abbiamo chiesto che fosse il tema centrale nel prossimo Consiglio europeo e così è stato.È grazie alla posizione dell’Italia che la Commissione europea ha dichiarato la rotta del Mediterraneo centrale come una priorità. Serve un approccio costruttivo e serio». In particolare, «dobbiamo europeizzare quello che ha fatto la Spagna, che ha aperto i Consolati in Africa» per vagliare le richieste d’asilo, suggerisce il presidente del Consiglio.

Non è mancata una domanda di Vespa sulle frizioni diplomatiche con Parigi. «Io e Macron ci siamo incontrati già 4-5 volte nei consessi internazionali, eppure quando non ho partecipato al vertice dei Paesi dell’Europa del sud perché avevo la febbre alta, alcuni hanno scritto che l’avevo fatto apposta. Ma dai, mica siamo alle elementari? Qualcuno pensa davvero che io ho problemi a incontrare Macron?», chiede ironicamente la Meloni. Con Vespa non manca un siparietto sull’agenda con gli “appunti di Giorgia”. «La porto sempre con me, è la mia coperta di Linus», scherza la Meloni.

Sul fronte caldo della manovra, non è mancato il tema del reddito di cittadinanza, «su questa vicenda facciamo chiarezza perché ho sentito bugie e mistificazioni. Noi lasciamo le tutele a tutti coloro che non possono lavorare e agli over 60, interveniamo su chi ha dai 18 ai 59 anni, che non ha figli, la copertura per il 2023 per massimo 7 mesi e il reddito decade se rifiuta un’offerta di lavoro. Penso e continuo a ritenere che uno Stato giusto non mette sullo stesso piano chi non può lavorare e chi può farlo». E ancora:  «Non puoi pretendere che ti mantenga lo Stato» perché «accetti di lavorare solo quando trovi il lavoro dei tuoi sogni» rimarca la leader di Fratelli d’Italia nel corso dell’intervista, parlando della nuova stretta al reddito di cittadinanza in merito all’offerta di lavoro “congrua”.

Quindi sui pagamenti elettronici. «Io non rinuncio a occuparmi di questa materia» del Pos «perché è un fatto di giustizia, abbiamo fatto un emendamento perchè ci sia una moral suasion sugli attori di questa vicenda affinché si mettano d’accordo per azzerare le commissioni al di sotto di determinati importi. Se non accadrà posso considerare quelle commissioni un extra gettito e utilizzarle per aiutare gli esercenti che hanno problemi». Per poi rivolgere una domanda ai telespettatori: «A tutti quelli che vogliono pagare il caffè usando il pos, chiedo: ‘Ma lo pagherebbero lo stesso se il prezzo della commissione bancaria fosse sul costo della commissione? Probabilmente no, ora quel costo se lo caricano gli esercenti che quindi sarebbero in perdita».

Non è mancato un ringraziamento al nostri soldati all’estero e l’annuncio sull’intenzione di andare a Kiev. «Partirò questa sera e andrò sia a Erbil che a Baghdad. Ho chiesto a Crosetto e Tajani che diversi ministri partano per andare in una base diversa a trovare un contingente diverso. Penso sia nostro dovere portare a loro il saluto e il sostegno dell’Italia intera», ha detto il presidente del Consiglio. E sulla guerra,  «conto di poter andare in Ucraina nei primi mesi del 2023».  «Per diverse religioni – afferma la Meloni – il Natale è la festa della luce. Ci sono decine di migliaia di ucraini senza luce e al freddo. Dobbiamo renderci conto di cosa questo possa significare». «Dobbiamo solo immaginare cosa possa significare spegnere tutto anche solo per un’ora: gas, luce, televisione. Questo ci può dare la misura della resistenza ucraina».

In serata è arrivato l’annuncio. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani ha posto, a nome del governo, la questione di fiducia sulla legge di bilancio in discussione alla Camera.

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