Maurizio Landini, sfruttamento alla Cgil: rinnovati contratti da 5 euro l’ora

“Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio?”, dice Gesù al discepolo che si stracciava le vesti per la grave colpa di un compagno parlando a tutti quelli che parlar male degli altri guardandosi bene dall’esaminare con lo stesso rigore la loro coscienza. Un po’ come Maurizio Landini, leader della Cgil, che non perde occasione per sostenere la necessità del salario minimo a 9 euro, non rendendosi conto che il sindacato che dirige sta facendo parlare di sè nelle ultime settimane per i licenziamenti, crisi di rappresentanze e incoerenze. 

Cinque-sei euro all’ora sono paghe da fame, inaccettabili”, tuona Landini non appena gli si mette il microfono davanti alla bocca. Eppure è proprio la Cgil che ha sottoscritto contratti con queste cifre messe nero su bianco. Domenico Ferrara sul Giornale spiega che ce ne sono ben 22 di questi contratti nazionali, tutti con paghe ben inferiori ai 9 euro osannati dal sindacalista duro e puro. Lo scorso 30 maggio, per esempio, è stato rinnovato il contratto nazionale vigilanza privata e servizi fiduciari con retribuzione oraria prevista di circa 5 euro l’ora. E poi ci sono gli addetti all‘industria delle calzature a 7,9 euro; quelli dell’industria armatoriale a 7,6 euro; quelli dell’industria del vetro e delle lampade a 7,1 euro; gli operai agricoli e i florovivaisti a 7 euro l’ora; gli addetti delle imprese artigiane di pulizia a 8,1 euro.

Se non bastasse a dimostrare che in Cgil predicano bene e razzolano male c’è un capitolo corposo che riguarda anche il trattamento che il sindacato riserva a iscritti e funzionari storici. “In una parola sola: licenziamenti“, scrive Ferrara sul Giornale raccontando, tra gli altri, il caso di Rossella Borrelli, 47 anni di Caserta, licenziata a maggio di quest’anno con una mail ordinaria, seguita poi da una raccomandata. Lei, insieme con altre 5 persone faceva parte dell’associazione prevenzione sicurezza edile: licenziamento per giustificato motivo oggettivo. E guai a chiedere incontri e spiegazioni. “È meglio che stai zitta“, “Tu sei femmina, tanto ti mantiene tuo marito”, le dicevano. Lei ha provato anche a inviare lettere e mail alla segreteria nazionale e allo stesso Landini. Ma non ha ottenuto risposta. E quando in un incontro pubblico è riuscita ad avvicinare il segretario generale, lui ha intimato a lei e ai colleghi di spegnere i cellulari senza fornire spiegazioni. Alla faccia della tutela dei lavoratori.

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