Marcianise (Ce): Si accendono i riflettori su due imprenditori (padre e figlio) del Pet Food: acquistavano Iva per 4 punti vendita. Lavori per oltre 100 mila euro per poco più di 1500 euro

By Lucia Gallo

Sì accendono i riflettori su due imprenditori del Pet Food marcianisano che operano a tutto oggi anche sul territorio casertano.

Le accuse, a vario titolo, vanno dalla compravendita di Iva (per beneficiare di sgravi fiscali: cifre che supererebbero i 180 mila euro in meno di due anni), alla dichiarazione fiscale infedele, truffa ed estorsione.

Difatti, in una registrazione in nostro possesso, ad uno degli incontri, nell’atrio dell’ingrosso del Pet Food, l’imprenditore marcianisano, con fare minaccioso, rivolgendosi al malcapitato, diceva: “no, io le 5 fatture già te le ho pagate. (Si riferiva ai 4 punti vendita gestiti direttamente o indirettamente dallo stesso imprenditore marcianisano).

E ancora: “io ti ho già pagato 150 euro. Ora mi devi fare altre 5 Fatture gratis. Altrimenti va a finire male. Io tengo le palle”.

Ovviamente, l’imprenditore dichiara di aver anticipato 150 euro a fronte di n°5 Fatture di lavori svolti per oltre 9mila euro. E guai se non fossero state emesse altre fatture, a gratis. Sarebbe successo il finimondo.

Sotto i riflettori finisce anche il figlio dell’imprenditore che, attraverso messaggistica watthapp, durante il lockdown, contrattava il prezzo dell’Iva dopo aver commissionato lavori per migliaia e migliaia di euro, tanto loro, poi, non pagavano: “ha detto papà, che per le n° 5 Fatture, (del valore di oltre 10mila euro), ti può dare 100 euro.

La spregiudicatezza degli imprenditori fa rabbrividire la pelle. Come quando per un errore di calcolo, dopo aver estorto fatture alla vittima, l’imprenditore padre, riesce a trovare il coraggio di negarsi finanche per 50 euro, dopo aver risparmiato migliaia e migliaia di euro.

Coinvolta anche una donna straniera di origini polacche.

Secondo una prima stima, il danno all’erario si aggorerebbe intorno ai 200mila euro. Con un danno alla vittima di oltre 22mila euro.

Ora la palla passa ai legali, e agli uomini del nucleo provinciale di Caserta.

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