Non è piaciuta ai Cinquestellel’accelerazione del ministro Gualtieri sul cuneo fiscale. E proprio quando tutto sembrava filare via liscio come olio, compresa la convocazione dei sindacatiper la doverosa illustrazione della misura, è arrivato lo stop della grillina Laura Castelli. Un vero e proprio “altolà” che rischia di rovinare irrimediabilmente il clima del seminario del Pd in corso nell’abbazia di Contigliano, nel reatino.
La concatenazione temporale degli eventi non autorizza dubbi al riguardo. Da settimane, infatti, Gualtieri sta soppesando ogni riga del decreto per l’utilizzo dei tre miliardi stanziati per tagliare il cuneo fiscale. Il provvedimento estende il bonus da 80 euro dagli attuali 26mila a 35mila euro di guadagno massimo. Fanno mille euro in più all’anno in busta paga a partire dal prossimo mese di luglio. Il ministro aveva anche convocato per venerdì prossimo i sindacati per discutere del tema. Obiettivo: far approvare la proposta inconsiglio dei ministri entro gennaio.
Ma l’attivismo del ministro dell’Economiaha fatto scattare l’allarme nelle schiere pentastellate. Lasciare briglia sciolta al Pd sul popolarissimo tema del taglio delle tasse suona come un’abdicazione. Almeno così deve aver pensato la Castelli che non ha perso tempo e ha subito convocato i parlamentari del M5S delle commissioni Bilancio delle due Camere. E in quella sede ha sganciato due bombette. La prima: anche il MoVimentopuò dire la sua sul cuneo fiscale; la seconda, ben più fragorosa, è che «il taglio del cuneo fiscale e quello dell’Irpefdevono viaggiare insieme». La sortita della Castelli non è stata accolta bene dal ministro. Anche perché è stata scelta la strada delle agenzie piuttosto che quella del contatto diretto. Fonti del Pd sottolineano tuttavia che Gualtieri e la Castelli si sentiranno presto. Ad indurre il Pd a più miti consigli ha contribuito anche la circostanza che a sostenere la posizione grillina ci sarebbero anche i renziani.