Porti aperti Conte e Lamorgese a braccia aperte a Messina e a Taranto

Come volevasi dimostrare. Le Ong si aggirano imdisturbate per il Mediterraneo a caccia di migranti da soccorrere e abbordare e poi, timone a dritta verso l’italia, una o più imbarcazioni battenti le loro bandiere, arrivano in prossimità delle nostre coste. Si chiede cortesemente lo sbarco. E altrettanto gentilmente il Viminale risponde: spalancando porti e portoni. Come in quest’ultimo caso, quando, come recita una nota diffusa dal Viminale, «in seguito alle richieste avanzate, all’Open Arms e alla Sea Watch 3, sono stati assegnati, rispettivamente, i porti di Messina e Taranto».

Ormai abbiamo perso il conto di quanti porti e portoni abbiamo spalancato negli ultimi anni. Di tutte le volte che il governo popolato da buonisti dem, devoti al rito dell’accoglienza coatta, ha ceduto a ogni richiesta di approdo. A qualunque dichiarato allarme strombazzato dalle Ong sulla piazza social e dall’alto di qualsivoglia pulpito mediatico. Certo, stavolta, in calce alla solita nota che mette in moto la macchina dell’accoglienza, il Viminale si affretta ad aggiungere che «Francia, Germania, Portogallo e Irlanda hanno già dato la loro disponibilità ad accogliere i richiedenti asilo a bordo». Ma sottolineare che «la disponibilità è stata offerta sulla base dell’apertura della procedura di ridistribuzione dei migranti a livello europeo avviata dalla Commissione Ue. Anche sulla scorta del pre-accordo di Malta», non resetta certo tutto il nutrito pregresso…

Un pregresso fatto di accoglienza senza redistribuzione. E neppure risarcisce da tutti quei tanti “No”, sanciti e rivendicati con veemenza e fermezza da Malta e poi ricaduto sulle nostre spalle. Come nel caso della Alan Kurdi, sbarcata a Pozzalloil 29 dicembre scorso. O come nell’ultimissimo precedente: quello di appena 4 giorni fa quando Malta si è rifiutata di intervenire e la Sea Watch ha soccorso in «zona Sar maltese» un centinaio di migranti. Molti dei quali sbarcheranno a breve a Taranto…

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