Macron e Scholz telefonano Putin: il colloquio dura 80 minuti. Ecco di cosa hanno parlato

Lunga conversazione telefonica oggi tra Vladimir Putin, il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Il colloquio, avvenuto su iniziativa dei due leader europei, è durato 80 minuti e, tra i temi affrontati, ha visto la questione dei negoziati, quella dell’esportazione del grano e dell’invio di armi. Ma anche la sorte dei soldati che hanno difeso l’acciaieria Azovstal di Mariupol. «Il presidente francese e il cancelliere tedesco hanno chiesto la liberazione dei circa 2500 difensori di Azovstal fatti prigionieri dalle forze russe», ha reso noto l’Eliseo.

Secondo quanto riferito dal portavoce del governo tedesco, Steffen Hebeshtreit, Macron e Scholz hanno insistito in particolare sulla necessità del cessate il fuoco e del ritiro delle truppe russe, esortando Putin «a impegnarsi in seri negoziati con il presidente ucraino per trovare una soluzione diplomatica al conflitto». Il leader russo ha ribadito di essere disponibile al dialogo con Kiev, salvo poi tornare a dire, come riferito dallo stesso Cremlino, che «il binario dei negoziati è congelato a causa di Kiev».

Anche sul tema dell’approvvigionamento alimentare Putin ha rilanciato la palla da questa parte del mondo, sostenendo che i problemi sono causati dalle sanzioni occidentali e utilizzando il tema come leva per chiederne l’alleggerimento. «Putin – ha fatto sapere ancora il Cremlino, citato dall’agenzia Tass– ha spiegato le vere ragioni delle difficoltà di approvvigionamento alimentare, che sono il risultato delle fuorvianti politiche economiche e finanziarie dei Paesi occidentali, così come delle sanzioni anti russe che hanno imposto». «La Russia – ha aggiunto Mosca – è pronta a trovare soluzioni per esportazioni del grano senza ostacoli, comprese esportazioni di grano ucraino dai porti del Mar Nero». «Aumentare le forniture di fertilizzanti e prodotti agricoli russi – ha aggiunto – aiuterebbe a ridurre le tensioni sul mercato globale del cibo, il che necessiterebbe, naturalmente, della rimozione delle relative sanzioni».

E, ancora, sulle armi Putin, sostenendo che le forze russe sono impegnate a «ristabilire la pace» a Mariupol e nelle altre città liberate nel Donbass« e che «osservano strettamente le norme del diritto umanitario internazionale», ha «sottolineato la questione del pericoloso invio in corso di armi occidentali in Ucraina, avvertendo dei rischi di una ulteriore destabilizzazione della situazione e dell’aggravamento della crisi umanitaria». Insomma, più che per il merito di cosa si sono detti, la telefonata tra Macron, Scholz e Putin sembra avere un valore per il fatto di essere stata svolta, ovvero per la conferma di quella volontà di continuare a mantenere i contatti che era stata espressa già nel corso della prima conversazione telefonica a tre di metà marzo e che è stata ribadita oggi dal portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.

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