L’odio delle giornaliste sulle donne: il “caso Ambrosi” smaschera il falso femminismo di maniera

Contro i due presidenti delle Camere, colpevoli di non pensala come la gente “umana”, di sinistra e progressista, si è scatenata una violenza verbale assurda, scomposta e biliosa. Alla quale hanno preso parte parecchi giornalisti nostalgici degli eskimi in redazione che negli anni Settanta legittimavano chi scriveva sui muri che “uccidere un fascista non è reato”. Ne abbiamo scritto a proposito di un incredibile tweet di Alan Friedman secondo il quale i presidenti delle Camere non meriterebbero il rispetto che si deve alle figure istituzionali.

Scrive Corrado Ocone su Libero: “La violenza verbale, l’odio viscerale, la caccia all’avversario, la sua riduzione quasi a bestia e non-uomo, il suo ridicolizzarlo e insultarlo, la chiamata in correità persino dei suoi parenti, in una parola tutti i metodi che erano propri delle frange più estreme del fascismo, sono di colpo diventati il modo di intervenire nel dibattito politico di buona parte della sinistra”.

Persino una ex presidente della Camera, Laura Boldrini,  si presta al gioco diffondendo la fake news secondo cui Lorenzo Fontana avrebbe definito animali i figli degli immigrati. Boldrini si rende poi conto del passo falso, proprio lei che si è detta vittima tante volte di fake news, ma non si scusa col presidente della Camera. Si limita a dirsi dispiaciuta. “Un video in rete da me usato, risulta oggi montato in modo da generare confusione su una frase espressa da Fontana. In particolare la parte in cui afferma che ‘la priorità è che ci siano più bambini europei in Europa, non gli animali! Sveglia!’. Ho sempre fatto battaglie contro disinformazione e manipolazione, pertanto mi dispiace per l’inconveniente”.

Ma il fondo lo tocca la giornalista del Fatto Elisabetta Ambrosi in un post rilanciato da Matteo Salvini. “Non dico di più ma come Fontana disprezzo anche la moglie. Chi si accoppia a tali personaggi è come minimo connivente. Poi forse magari è povera, non può separarsi, bla bla. Resta la disistima”. Qualche ora dopo, quando il caso è esploso, la Ambrosi attacca col solito vittimismo e minaccia di denunciare chi la insulta alle autorità competenti.  Tuttavia, il post scompare magicamente. Si è trattato alla fine di un rigurgito da nascondere. Ovviamente, e tanto per completezza di informazione, la Ambrosi è una femminista convinta.

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