Lo schifo, Reporter italiana presa a calci e buttata a terra in una moschea

In una Francia in cui il presidente Emmanuel Macron ha dichiarato lo stato di allerta innalzando la soglia di allarme al massimo livello dopo l’attentato di un terrorista islamico al Liceo di Arras costato la vita a un professore e in cui sabato il Louvre e Versailles sono stati evacuati per un allarme bomba, anche i giornalisti sono in pericolo. A finire nel mirino delle frange islamiche più radicalizzate sono stati la giornalista italiana Eugenia Fiore (nel tondo) e il suo cameraman Andrea Grattarola, vittime ieri pomeriggio di una violenta aggressione a Roubaix, cittadina a due ore da Parigi, dove si erano recati per fare un servizio per la trasmissione Fuori dal Coro di Mario Giordano. Intorno alle 17.30, mentre lei e il cameraman stavano effettuando una ripresa video, all’uscita dalla preghiera nella moschea As-Sounna, in rue de Tourcoing, sono stati prima avvicinati, poi accerchiati e infine aggrediti da un gruppo di uomini provenienti dalla moschea.

«Mi hanno afferrata, buttata a terra e hanno iniziato a colpirmi», ci racconta ancora sotto shock Eugenia Fiore da una stazione della polizia in cui si è recata per sporgere denuncia: «Mi hanno buttata per terra come se fossi un animale ma gli animali sono loro. Pensavo che essendo una donna non mi avrebbero aggredito così brutalmente, invece è successo lo stesso, è una sensazione che non ho mai provato in vita mia».

«Eravamo davanti alla moschea per fare alcune riprese continua la Fiore , c’erano tanti bambini con famiglie perché qui viene organizzata anche una scuola coranica. Era una situazione tranquilla quando d’improvviso si è avvicinato a noi un uomo, poi due e in breve siamo stati circondati. Abbiamo provato a parlare ma non è servito a nulla. Allora ho provato a scappare ma mi hanno inseguita gettandomi a terra, dandomi dei calci e rubandoci la telecamerina Osmo con cui avevamo fatto le riprese».

Mentre parla, nonostante siano passate varie ore dall’aggressione, ha la voce trafelata: «In caserma la polizia ci ha detto che è una moschea tenuta sotto controllo per problemi di radicalismo. I poliziotti ci hanno spiegato che se avessi avuto l’hijab non mi sarebbe successo nulla ma quelle persone considerano parte della città una zona loro, noi non sapevamo fosse un ghetto e siamo rimasti sconvolti di come la situazione sia degenerata dal nulla. Non eravamo dentro la moschea a fare le riprese ma in una strada pubblica». Alexandre de Galzain, giornalista della rivista francese Livre Noir diretta da Erik Tegner, spiega che la giornalista di Mediaset ha deciso «di recarsi a Roubaix su consiglio di Amine Elbahi, un avvocato che aveva ricevuto minacce di morte per aver denunciato l’ascesa dell’islamismo nella sua città». Nonostante il furto della telecamera, la Fiore aveva con sé un’altra telecamera nascosta con cui tutta la scena è stata filmata e le immagini sono già state consegnate alla polizia francese.

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