Letta le sbaglia tutte, Draghi lo stoppa sulla patrimoniale: non se ne parla. Meloni approva: bene così

Draghi zittisce Letta e lo mette all’angolo. La sua proposta di versare una dote ai 18enni finanziata con la tassa di successione all’1% più ricco del Paese viene rispedita al mittente dal premier. Che giudicandola irricevibile, ricorda al leader Pd: «Non ne abbiamo mai parlato. Non l’abbiamo mai guardata. Ma non è il momento di prendere i soldi ai cittadini, ma di darli. L’economia è ancora in recessione». Un memento con cui Draghi stoppa Letta e che suona come una reprimenda che il segretario dem non può che incassare in silenzio.

Certo è che il segretario del Pd non ne azzecca una. Appena smette per un attimo di piagnucolare su Salvini, tenta la solita mossa ideologica e, dopo le sviolinate a Fedez per cavalcare il ddl Zan, inviso a molti dei suoi senatori – Valente e Fedeli in testa a tutti –. Dopo aver sterzato bruscamente sullo Ius soli già all’indomani della sua elezione al soglio del Nazareno. Coi sondaggi che infieriscono sulla sua leadership, proprio per queste sue virate improbabili sull’integralismo del politically correct. Insomma, con tutte le sue proposte “sui generis” arrivate con la pandemia in corso, e nella difficile fase propedeutica alle riaperture, in piena crisi economica, Letta ci riprova. E ancora una volta sbaglia mossa e tempi. E il primo a godersi la scena, neanche a dirlo, è proprio Matteo Salvini che, a caldo, commenta: «Anche in questa circostanza c’è piena sintonia con il premier Draghi, se c’è una cosa di cui l’Italia non ha bisogno sono nuove tasse. Letta e il Pd si rassegnino, scrive su Twitter il segretario della Lega.

Dunque, una dote ai 18enni finanziata con la tassa di successione dell’1% più ricco del Paese. Questa la proposta lanciata da Enrico Letta, leader del Pd, in un’intervista di Massimo Gramelliniper il Corriere della Sera. «Su @7Corriere – scrive Letta su Twitter – lancio una proposta di dote per i diciottenni. Per la generazione più in crisi un aiuto concreto per studi. Lavoro. Casa. Per essere seri va finanziata non a debito (lo ripagherebbero loro) ma chiedendo all’1% più ricco del paese di pagarla con la tassa di successione». Un’idea, bollata da molti come una boutade, che addirittura potrebbe fungere da grimaldello per aprire una porta a Salvini. E infatti, sempre nella stessa chiacchierata giornalistica Gramelli insiste e rilancia: «Lei su che cosa cederebbe a Salvini, e in cambio di che cosa?». La risposta, guarda caso, continua a battere proprio dove il dente duole: «Per la dote ai diciottenni – è la replica di Letta – sarei disposto a venire a patti anche sulla legge elettorale. Il mio sogno è trattenere i ragazzi italiani in Italia, senza però farli restare in casa con mamma e papà fino a trent’anni… Ci vuole una dote per i giovani, finanziata con una parte dei proventi della tassa di successione».

Una proposta irricevibile, quella di Letta, che Giorgia Meloni stronca e per cui si complimenta col premier per la tempestività ed esaustività della replica. «Bene Draghi sulla proposta di Letta sulla tassa di successione», commenta la leader di Fratelli d’Italia su Twitter. Poi aggiunge in calce: «Non è il momento di prendere i soldi ai cittadini ma di darli. Meno tasse e burocrazia, più libertà d’impresa: questo serve all’Italia per rialzarsi. E se il Governo seguirà questa strada troverà il sostegno di FdI». Una strada che Fratelli d’Italia indica come la più idonea ad essere percorsa per uscire dalla crisi. E per seguire la quale da tempo indica suggerimenti e contributi utili.

Ma non che tra i “suoi” a Letta vada meglio. Come nel caso del senatore del Pd Andrea Marcucci che, a ridosso dello stop inferto dal premier all’idea di una patrimoniale come dote da tributare ai 18enne, anche lui via social commenta lapidario: «Sulla proposta di aumentare la #tassadisuccessione condivido totalmente la risposta del presidente Draghi». Il leader di Azione, Carlo Calenda, invece, la prende più alla lontana ma, anche in questo caso, cambiando l’ordine dei fattori, il risultato è il medesimo: una stroncatura. Articolata, ancora una volta, via Twitter con un cinguettio stridente che recita: «Ma perché allora il @pdnetwork non ha votato la proposta di @Azione_it di destinare il taglio delle tasse fatto dallo scorso governo per azzerare le tasse per i giovani fino a 25 e dimezzarle fino a 30? Boh».

E come la Meloni dall’opposizione. La Lega di Salvini. E Forza Italia dai banchi della maggioranza, il centrodestra unito boccia la proposta Letta. Dopo i tweet della numero uno di Fdi e quello del segretario del Carroccio, infatti, anche la presidente dei senatori di Forza Italia, Anna Maria Bernini, replica caustica: «Con Forza Italia al governo non ci saranno né patrimoniale né aumento della tassa di successione per finanziare una dote ai diciottenni. Considerare patrimoni da un milione di euro come ricchezze da espropriare, riflette una concezione punitiva della proprietà privata che vorrebbe colpire risparmi di una vita lasciati ai figliLa proposta di Letta è irricevibile». Il messaggio dovrebbe essere arrivato a Letta: forte e chiaro.

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