M5S alla canna del gas: solo 100mila euro in cassa, ma Casaleggio rilancia, ne chiede il doppio

Acque agitate nei Cinquestelle, in attesa che il “messìa” Giuseppe Conte risolva il contenzioso in atto con la Casaleggio Associati. Intanto, però, va eletto come leader per dargli – come direbbe Salvini – i “pieni poteri”. “Abbiamo alcuni ritardi, ma credo che a fine maggio o massimo i primi di giugno potremo fare questa votazione su Giuseppe Conte alla guida del M5S”, ha detto il ministro ai Rapporti col Parlamento Federico D’Incà, nella puntata di Porta a Porta.

“Ormai Conte è la nostra guida, occorre che facciamo una votazione ed è per questo che chiediamo di poter votare, o sulla piattaforma o su un’altra. Rousseau in tutti questi anni ha funzionato molto bene, io ringrazio Davide Casaleggio per tutto il lavoro fatto. Ora noi andiamo verso un neo-Movimento, costruendo una nuova storia per un Movimento che finora ha fatto tantissimo”. Conte “è il nostro leader, è l’attuale e prossima guida del Movimento, appena riusciremo a votare su una piattaforma in cui indicheremo Giuseppe Conte come leader del Movimento.

Sugli iscritti al M5S “non c’è nessuna scatola, ci sono dei dati, iscrizioni fatte nel corso degli anni e queste persone hanno il diritto di poter votare. Per farlo, c’è bisogno di una piattaforma – l’attuale o un’altra – nella quale esprimere un voto. Abbiamo espresso un voto durante gli Stati generali con cui abbiamo scelto un direttorio, però allora Conte era presidente del Consiglio. Ora è accaduto un nuovo fatto, Conte non è più presidente del Consiglio e ha dato indicazione di voler guidare il neo-M5S, quindi serve un’altra votazione”.

Secondo il “Corriere della Sera” la trattativa tra Cinque Stelle e Rousseau sarebbe arrivata a una possibile svolta. “Al momento, però, non risultano significativi passi avanti tra le parti : il tavolo è ancora aperto, tuttavia la strada verso una soluzione è in salita con Vito Crimi che frena, al punto che il Movimento si appresta a fare i primi passi formali con il Garante della Privacy (e anche con il tribunale)“. Il problema, però, sono i soldi, senza i quali non si canta la messa con Casaleggio: si parte da una base di 450mila euro di arretrati, avvocati compresi, ma a quanto pare Casaleggio si accontenterebbe anche della metà. “In cassa ci sono al momento circa 100 mila euro”, dice il quotidiano. Distanze, al momento, incolmabili.

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