L’appello del Papa: “Mi preoccupano le fake news. Il giornalismo coltivi la realtà e non il pregiudizio”

“Mi preoccupano le manipolazioni di chi propaga interessatamente fake news per orientare l’opinione pubblica. Per favore, non cediamo alla logica della contrapposizione, non lasciamoci condizionare dai linguaggi di odio”. E’ l’ammonimento del Papa che ha ricevuto in udienza la delegazione che gli ha  conferito il  Premio “è Giornalismo” per le sue paroledi pace. “Nel drammatico frangente che l’Europa sta vivendo, con il protrarsi della guerra in Ucraina, siamo chiamati a un sussulto di responsabilità. La mia speranza – ha detto Bergoglio- è che si dia spazio alle voci di pace; a chi si impegna per porre fine a questo come a tanti altri conflitti; a chi non si arrende alla logica “cainista” della guerra. Ma continua a credere, nonostante tutto, alla logica della pace, alla logica del dialogo, alla logica della diplomazia”.

Papa Francesco ha pronunciato un discorso ampio e profondo in cui spicca la sua avversione alla disinformazione.  “E’ uno dei peccati del giornalismo, che sono quattro: la disinformazione, quando un giornalismo non informa o informa male; la calunnia (a volte si usa questo); la diffamazione, che è diversa dalla calunnia ma distrugge; e il quarto è la coprofilia, cioè l’amore per lo scandalo, per le sporcizie, lo scandalo vende. La disinformazione è il primo dei peccati, degli sbagli – diciamo così – del giornalismo”, denuncia il Pontefice.

”Dovete sapere che io, ancora prima di diventare Vescovo di Roma, ero solito declinare l’offerta di premi. Mai ne ho ricevuti, non volevo. E ho continuato a fare così anche da Papa”, ha raccontato con il suo consueto stile colloquiale. “C’è però un motivo che mi ha spinto ad accettare il vostro, – spiega -: ed è l’urgenza di una comunicazione costruttiva, che favorisca la cultura dell’incontro e non dello scontro; la cultura della pace e non della guerra; la cultura dell’apertura verso l’altro e non del pregiudizio. Voi siete tutti illustri esponenti del giornalismo italiano- ha proseguito- . Permettetemi, allora, di confidarvi una speranza e anche di rivolgervi con tutta franchezza una richiesta di aiuto. La speranza è questa: che oggi, in un tempo in cui tutti sembrano commentare tutto; anche a prescindere dai fatti e spesso ancora prima di essersi informati, si riscopra e si torni a coltivare sempre più il principio di realtà. La realtà è superiore all’idea, sempre – ha scandito il Pontefice- : la realtà dei fatti, il dinamismo dei fatti; che mai sono immobili e sempre si evolvono: verso il bene o verso il male, per non correre il rischio che la società dell’informazione si trasformi nella società della disinformazione”.

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