L’Anm passa all’attacco: “Il Governo vuole intimorire i giudici”

Con gli “attacchi” e le “reazioni scomposte” di “esponenti del governo” sul caso del giudice di Catania, Iolanda Apostolico, “lo scopo perseguito è evidente: intimorire ogni giudice che dovesse assumere un’interpretazione non gradita o allineata ad un certo indirizzo politico”. È il grave atto accusa messo nero su bianco l’Associazione nazionale magistrati in un documento (approvato ad ampia maggioranza) al termine del direttivo dell’associazione, dedicato al caso del giudice siciliano che ha bocciato il decreto Cutro non convalidando i trattenimenti di otto tunisini richiedenti asilo. L’associazione mostra i muscoli di fronte all’esecutivo e conferma lo “stato di agitazione sui temi dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura”, deliberando altresì la convocazione di una assemblea generale con all’ordine del giorno “gli attacchi alla giurisdizione e la pesante denigrazione dei singoli magistrati che hanno adottato provvedimenti in materia di protezione internazionale”. Unici a votare contro i rappresentati di Magistratura Indipendente che avevano presentato una propria mozione.

“Dalla critica, che è sempre legittima a un provvedimento giudiziario” si è passati ad una “caccia all’uomo, ad una campagna denigratoria”. Giuseppe Santalucia, presidente dell’Anm (Associazione nazionale magistrati), in apertura dei lavori del comitato direttivo centrale ha così difeso il giudice di Catania, Iolanda Apostolico.

Contro di lei, secondo Santalucia, è stata compiuta una “campagna di denigrazione e caccia all’uomo, una profilazione del magistrato in modo da poterlo consegnare all’opinione pubblica come inadeguato o peggio ancora come un soggetto che non assicura il contrasto all’immigrazione illegale in un momento in cui l’immigrazione illegale può diventare pericolosissima per la sicurezza nazionale”. Il presidente dell’Anm ha, poi, richiamato il “campagna di denigrazione e caccia all’uomo, una profilazione del magistrato in modo da poterlo consegnare all’opinione pubblica come inadeguato o peggio ancora come un soggetto che non assicura il contrasto all’immigrazione illegale in un momento in cui l’immigrazione illegale può diventare pericolosissima per la sicurezza nazionale”. Santalucia critica “la ricerca di elementi che possano gettare ombra di parzialità e inadeguatezza sul magistrato che li ha emessi” e ribadisce che la giustizia è un potere indipendente. Il presidente dell’Anm, dunque, si chiede: “Potremo fare ciò che dobbiamo fare senza occuparci dei rischi personali che questo nostro dovere comporta?”.

Salvatore Casciaro, segretario dell’Anm, ha invece lanciato un”segnale di allarme” per le “dichiarazioni di esponenti politici che hanno censurato provvedimenti giurisdizionali non per il contenuto della motivazione, ma per l’asserita ideologia del giudice che l’aveva adottata”. Dichiarazioni che non sarebbero “rispettose del principio della separazione dei poteri, men che meno del ruolo e della funzione del magistrato”. Se, da un lato, dunque, è bene evitare che un giudice entri in conflitto con i partiti è altrettanto “indiscutibile – dice Casciaro – che l’eventuale inopportunità del contegno del magistrato e l’inosservanza delle regole della prudenza nell’attività extra-funzionale non possono mai giustificare violenti e indiscriminati attacchi alla giurisdizione o al singolo magistrato”. Attacchi che sono “tanto più deplorevoli se mossi da esponenti delle istituzioni della Repubblica in grado, proprio per il ruolo ricoperto, di minare la fiducia dei cittadini nell’Ordine giudiziario”. Il segretario Casciaro, infine, mette in evidenza il “rischio di turbare il sereno svolgimento delle funzioni non solo di chi è stato bersaglio diretto di tali attacchi ma anche dei tanti giudici che, nelle più diverse sedi giudiziarie, si occupano quotidianamente della materia dell’immigrazione”.

Molto dure anche le critiche provenienti da Magistratura Democratica, preoccupata per i crescenti “rivolti ai giudici delle sezioni immigrazione dei tribunali che hanno adottato provvedimenti, evidentemente sgraditi alla maggioranza di governo, relativi a migranti tunisini”. Giudici che vengono “dipinti come coloro che ostacolano l’azione del governo e si rifiutano di applicare le leggi”. Secondo Md – “l’esercizio della giurisdizione non può tollerare intromissioni e critiche rivolte, anziché al merito dei provvedimenti, alle persone che li hanno redatti, alle loro vite, ai loro familiari”. E ancora: “ciascun magistrato ha il diritto civile di esprimere il proprio pensiero e le proprie convinzioni, anche su temi di rilevanza pubblica”, concludono i magistrati di Md che, nel loro documento, chiedono che il Csm “porti a termine nel minor tempo possibile la pratica a tutela proposta da tredici consiglieri il 3 ottobre a seguito degli attacchi diretti a Iolanda Apostolico”. Netta e pronta la replica della Lega che, in una nota, indica come “urgente” la riforma della giustizia e invita la magistratura a “concentrarsi per lavorare proficuamente e giudicare con serenità: le proteste e i toni sopra le righe della Anm non aiutano a ristabilire un clima rispettoso”.

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