Landini come il mago Silvan e il divino Otelma: la manovra non c’è ma lui già sa che non è quella che serve all’Italia

Maurizio Landini dovrebbe perlomeno puntare un euro al Superenalotto. Perdere la possibilità di una vincita così sostanziosa è un peccato. Perché il segretario generale della Cgil oggi ha superato tutte le forme possibili di immaginazione emulando Mago Silvan e il Divino Otelma. Ha duramente criticato la manovra finanziaria, affermando che, “non è quella che serve all’Italia”, senza che nessuno la conosca. Né il governo, che la sta preparando, né ovviamente il Capo dello Stato che dovrà controfirmarla, né gli altri sindacati. Landini, però, sa già tutto e si prepara allo sciopero generale preventivo. Una cosa mai vista nelle altre democrazie del mondo.

“Sulle pensioni non hanno intenzione di cambiare nulla- ha detto il segretario Cgil- e stiamo tornando alla versione peggiore della Fornero; sulla sanità continuano a dire che bisogna tagliare con il rischio di andare verso una privatizzazione; sulla precarietà anziché ridurre la produzione con voucher e contratti a termine; sugli appalti e subappalti per ora non hanno cambiato nulla e poi resta il problema che riguarda il fisco e la questione salariale .Non è sufficiente mantenere una riduzione del cuneo contributivo. E anche se si sono impegnati a farlo bisogna poi vedere come lo fanno e come verrà realizzato , e se davvero sarà strutturale”, le parole di Landini tornato a chiedere l’aumento dei salari e addirittura critico contro una misura come il cuneo fiscale che raggiunge 14 milioni di lavoratori dal reddito medio-basso.

Landini Otelma, con un futuro certo in politica come i suoi predecessori, guida un sindacato sempre più isolato. La Cisl si è quasi sempre dissociata dalle iniziative della Cgil, parlando di questioni interessanti come la partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese e alla distribuzione degli utili. La Cgil perde continuamente iscritti, mantenendo lo zoccolo duro dei pensionati. Non si spiegherebbe la critica al taglio del cuneo fiscale che ha restituito oltre cento euro mensili in busta paga a 14 milioni di persone. L’attacco preventivo alla manovra, oltre a essere surreale, sancisce che Landini detta la linea della coppia Schlein-Conte. Un massimalismo fuori da ogni contesto europeo dove i socialisti sono riformisti e hanno proposte alternative e i sindacati non giocano a fare gli indovini.

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