La rivolta delle vongole: i pescatori accerchiano la Bellanova, pensa solo alle sanatorie dei migranti

La moria delle vongole ‘Chamelea Gallina’ nel tratto di mare tra Cesenatico e Ravenna mette in seria difficoltà i pescatori romagnoli. Per far fronte all’emergenza, l’assessore regionale all’Agricoltura, caccia e pesca dell’Emilia-Romagna, Alessio Mammi ha scritto alla ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova per chiedere l’attivazione del Fondo di solidarietà nazionale per la pesca e l’acquacoltura.Identica iniziativa era stata presa nei giorni scorsi dalla Lega.

Alla Bellanova si chiede di profondere lo stesso impegno messo in campo per attivare le sanatorie per i lavoratori migranti impegnati nei campi agricoli, operazione poi risultata fallimentare.

Il fenomeno, che ha interessato le zone dell’Adriatico dal 22 al 29 settembre scorsi, ha ripercussioni di portata eccezionale e colpisce tra il 70% e il 90% dell’intero stock di vongole, con il rischio di ulteriori danni se dovesse persistere o ripresentarsi in tempi brevi, facendo di fatto venire meno l’unica fonte di reddito e di sostentamento per le 18 imbarcazioni del Co.ge.mo. di Ravenna e, presumibilmente, anche di alcune delle imbarcazioni dello stesso Consorzio nel riminese.

Inoltre, per effetto della risalita dell’acqua marina e del cuneo salino nei canali di Porto Garibaldi (Comacchio), il fenomeno di moria si è esteso anche alle concessioni demaniali marittime per l’allevamento di ‘Tapes Spp’ – vongola filippina – gestita dal Consorzio ‘Tre Ponti’, con una perdita pari all’intera produzione di prodotto adulto e al 90% del novellame.

“Siamo al fianco dei nostri pescatori, il nostro impegno per uscire da questa emergenza è massimo, ma non basta, abbiamo bisogno di attingere ai fondi nazionali – spiega l’assessore Mammi -. Siamo di fronte a un fenomeno di portata eccezionale e disastrosa, che ha riflessi e impatti negativi sociali ed economici sull’intero comparto, già messo alla prova dai precedenti eventi di morie ‘a macchia di leopardo’ degli ultimi tre anni e anche dalla generale difficoltà economica causate dalla persistenza della pandemia da Covid-19”.

Secondo gli studi condotti dalla struttura oceanografica Daphne, la moria delle vongole è causata da anossia, carenza di ossigeno, nell’Adriatico che ha creato condizioni non idonee alla vita degli organismi, causando l’allontanamento dalle zone critiche alla ricerca di condizioni migliori e in alcuni casi anche la morte e lo spiaggiamento di pesci. Una situazione che tuttavia non deriva da apporti di sostanze inquinanti nelle acque del mare, ma è conseguenza di eventi eutrofici che si verificano periodicamente lungo la costa emiliano-romagnola, anche se questa condizione mostra un trend in miglioramento negli ultimi anni.

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