La maledetta ossessione compulsiva della Murgia: “Vivo per vedere la Meloni cadere”. La replica: “Auguri, ma governerò a lungo”

“Spero solo di morire quando Giorgia Meloni non sarà più presidente del Consiglio. Perché il suo è un governo fascista. Quando avevo vent’anni ci chiedevamo se saremmo morti democristiani. Non importa se non avrò più molto tempo: l’importante per me ora è non morire fascista”. L’aveva “gettata” anche un po’ in politica, Michela Murgia,  mentre confessava al Corriere della Sera in una lunga intervista pubblicata questa mattina, la sua terribile esperienza con il tumore, le lunghe cure, il verdetto che lei annuncia come finale, definitivo: “Ho pochi mesi di vita, morirò…”. Poi quel riferimento alla donna da lei più odiata, Giorgia Meloni, come se fosse una priorità per la sua sopravvivenza la caduta del governo “fascista”.

La Murgia, nel parlare della sua malattia, aveva fatto anche riferimento all’arrivo di Elly Schlein. “Mi sono trovata, con pochi altri scrittori come Roberto Saviano, a supplire all’assenza della sinistra, a difendere i diritti e le libertà nel dibattito pubblico. Mi dicevano: voi… Ma voi chi? ‘Voi del Pd’….”. Straziante il racconto della diagnosi. . “Mi sto curando con un’immunoterapia a base di biofarmaci. Non attacca la malattia; stimola la risposta del sistema immunitario. L’obiettivo non è sradicare il male, è tardi, ma guadagnare tempo. Mesi, forse molti”, aggiunge. Operarsi, prosegue, “non avrebbe senso. Le metastasi sono già ai polmoni, alle ossa, al cervello”.

Oggi Giorgia Meloni le ha rivolto un pensiero di sincero augurio e speranza di ripresa, facendo però anche riferimento a quell’auspicio “politico” espresso dalla Murgia, la sua caduta. E in un post su Fb, con tanto di foto della scrittrice con una frase di incitamento, ha scritto: “Apprendo da una sua lunga intervista che la scrittrice Michela Murgia è affetta da un bruttissimo male. Non l’ho mai conosciuta e non ho mai condiviso le sue idee, ma voglio mandarle un abbraccio e dirle che tifiamo per lei. E io spero davvero che lei riesca a vedere il giorno in cui non sarò più Presidente del Consiglio, come auspica, perché io punto a rimanere a fare il mio lavoro ancora per molto tempo. Forza Michela!”. Belle parole, senza malizia, con un auspicio personale e politico che coincide con quello della sua principale “hater” politica.

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