La lezione di Violante all’Anm: “La magistratura perde credibilità se sale sul ring contro il governo”

«Bisogna tornare alla Costituzione. La politica, tutta, deve riconquistare la propria sovranità. Oggi i problemi più urgenti sono posti a mio avviso da atteggiamenti dell’Anm non congrui con la rappresentanza di un potere che deve essere terzo». Così in un’intervista al Corriere della Sera Luciano Violante.

Per l’ex presidente della Camera, l’ANM «deve sostenere le proprie ragioni con modalità che siano conformi al ruolo costituzionale della magistratura. L’Anm rappresenta i magistrati non i cittadini. I titolari della rappresentanza generale stanno in Parlamento, non nei tribunali. I contenuti sono a volte condivisibili. Ma il tono, il costume, avrebbe detto Machiavelli, non è condivisibile». E ancora, il consiglio non richiesto da Violante ai suoi ex colleghi: «In questo momento l’Anm rischia di far diventare l’intera magistratura controparte del governo. Ma non lo è, e non può esserlo, a pena di far perdere alla magistratura quella credibilità che è il fondamento della sua legittimazione».

Diverso discorso, secondo Violante, l’atteggiamento dell’esecutivo, che rispecchia dinamiche consolidate. «I governi – dice l’81enne ex magistrato  – subiscono una sindrome di accerchiamento. Era già successo a Renzi, a Conte, a Berlusconi. Prodi criticò, non senza ragione, alcuni interventi della giustizia amministrativa. Fa parte della dinamica politica. Ma la magistratura deve mantenere la propria autorevolezza, non deve cedere al complesso del ring. Rischia di logorare la propria credibilità, magari cedendo alle sirene di parti interessate, che domani sarebbero pronte a voltare le spalle».

E sulla eventualità che sia partita l’offensiva pre elettorale in vista delle Europee, Violante molto lucidamente, si dice convinto che non sia così per poi ricordare: «Chi è sotto procedimento, in genere guadagna voti, non li perde». “Come è accaduto per Berlusconi?”, gli chiede Virginia Piccolillo del Corriere della Sera. «Ma anche per Trump», replica l’ex presidente della Camera. Insomma, l’ondata giudiziaria contro il governo Meloni potrebbe avere effetti opposti.

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