La infamia di Montanari a Berlusconi potrebbe costare caro: cosa rischia il rettore

La scelta da parte del rettore dell’Università per stranieri di Siena, Tomaso Montanari, di non esporre la bandiera a mezz’asta nel suo ateneo per la morte di Silvio Berlusconi non rispettando così il lutto nazionale previsto per le istituzioni pubbliche, potrebbe avere delle conseguenze anche dal punto di vista giudiziario.

Una decisione, quella presa dal rettore dell’Università per stranieri di Siena, che va contro le norme previste in questi casi dalla legge italiana, come ha spiegato all’AdnKronos il penalista e professore all’Università di Torino di Diritto penale e penitenziario, nonché procuratore generale emerito presso la Corte di cassazione, Pier Paolo Rivello. “Il lutto nazionale proclamato dall’Autorità, se non rispettato, è sanzionabile secondo l’articolo 650 del Codice penale fino a tre mesi di reclusione o con ammenda fino a 200 euro”, dichiara infatti Rivello.

“Essendo quello di Montanari un caso particolarmente noto, la procura di competenza, verosimilmente, procederà a riguardo anche in assenza di denuncia nei confronti del Rettore”, aggiunge il docente di diritto penale e penitenziario. Ma cosa accadrebbe nel caso in cui la Procura competente non dovesse procedere?”Se un Pubblico Ministero legge su un giornale un reato”, conclude Rivello, “può procedere anche in assenza di denuncia”.

Le motivazioni alla base del rifiuto di disporre le bandiere a mezz’asta erano state spiegate stamani dallo storico dell’arte in una breve lettera indirizzata alla comunità accademica, a cui diveva di essere pronto ad “assumersi le responsabilità di una scelta, evidentemente controcorrente”. Dopotutto, il suo giudizio su Berlusconi era già stato chiaramente esposto tramite un vergognoso tweet pubblicato poche ore dopo il decesso dell’ex premier. “Dalla P2 ai rapporti con la Mafia via Dell’Utri, dal disprezzo della giustizia alla mercificazione di tutto (a partire dal corpo delle donne, nelle sue tv), dal fiero sdoganamento dei fascisti alla menzogna come metodo sistematico, dall’interesse personale come unico metro alla speculazione edilizia come distruzione della natura”, aveva infatti scritto Montanari.

Ecco perché il rettore ha deciso di non rendere omaggio a Berlusconi, anche a costo di andare contro la disposizione del lutto nazionale. “Mi assumo personalmente la responsabilità di disporre che le bandiere di Unistrasi non scendano”, ha precisato il rettore nella sua lettera,”ognuno obbedisce infine alla propria coscienza, e una università che si inchini a una storia come quella non è una università”.

“Non mi meraviglia quello che Montanari fa anche in queste ore”, scrive in una nota il senatore di Forza Italia nonché vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, “sappiamo chi sia costui, ma mi sorprende che uno così abbia la qualifica di Rettore”. “C’è una legge in questo Paese che prevede che per gli ex presidenti del Consiglio che muoiono ci sia il funerale di Stato”, commenta Matteo Renzi a Tagadà su La7. “Poi uno può dire cambiamo il regolamento, ma non è che l’abbiano fatto per Berlusconi”, aggiunge. “Montanari che con la legge ha un rapporto complicato, perché decide di seguirla solo quando gli fa comodo, ha deciso di non seguire una legge dello Stato. Se c’è una legge si deve rispettare”, considera l’ex premier. “Silvio Berlusconi è stato il presidente del Consiglio che è stato più giorni a Palazzo Chigi, è normale che ci sia una cerimonia particolare. E poi, le sembra possibile, di fronte a un uomo che muore, cercare di rinvigorire le ragioni dell’antiberlusconismo?”, aggiunge in conclusione Renzi. “Questa è gente che se non ci fosse stato Berlusconi non avrebbe avuto la minima visibilità. Sono la peggiore specie quelli che vivono di odio. Se non sei d’accordo stai zitto, oppure dì di non condividere il coro di giudizio positivo”.

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