La guerra fantasma, sventato attentato contro israele, i pasdaran fanno un buco nell’acqua

Continua la guerra di ombre tra Israele e Iran in Medio Oriente. Secondo quanto reso noto dal Mossad, il servizio segreto israeliano, i suoi agenti avrebbero sventato a giugno un attentato organizzato da Teheran che prevedeva l’uccisione di cittadini dello Stato ebraico sull’isola di Cipro. 

L’operazione resa pubblica dal Mossad e definita nel suo comunicato come una “missione coraggiosa” si è svolta in territorio iraniano ed ha portato all’arresto del capo della cellula Yousef Shahabazi Abbasalilu. In un video rilasciato dagli israeliani il sospettato parla in persiano e confessa di essere entrato nella Cipro del Nord sotto il controllo turco per poi attraversare il confine con il compito di uccidere almeno una persona, un uomo d’affari israeliano, nella parte sud dell’isola. Abbasalilu ammette inoltre di essere stato assoldato dai Guardiani della Rivoluzione Islamica (Irgc) sostenendo di aver ricevuto da loro foto e indirizzo dell’obiettivo. Le indicazioni fornite dall’arrestato sarebbero state inoltrate alle autorità cipriote che avrebbero quindi arrestato la maggior parte degli appartenenti alla cellula dell’iraniano. “Arriveremo ad ogni individuo che pianifica attacchi terroristici contro gli israeliani ovunque nel mondo, Iran incluso” ha fatto sapere il Mossad dopo l’audace operazione. 

L’iraniano, secondo la versione degli 007 israeliani, sarebbe stato interrogato dal Mossad “in remoto” mentre la cattura sarebbe avvenuta per mano di agenti stranieri sul posto in Iran. La pratica di reclutare elementi locali è stata adottata dall’intelligence di Gerusalemme almeno in un’altra occasione con risultati però non altrettanto positivi. L’anno scorso degli agenti malesi a Kuala Lumpur rapirono per conto delle spie d’Israele uno studente palestinese di ingegneria sospettato di essere un collaboratore di Hamas e del suo braccio armato, le Brigate Qassam. In quel caso le forze di polizia malesi riuscirono ad interrompere l’interrogatorio, ad arrestare gli operativi e a liberare il palestinese. 

Non stupisce la località del Mediterraneo in cui il regime degli Ayatollah intendeva colpire questa volta. Infatti, secondo un report del Consiglio di sicurezza nazionale israeliano i paesi a rischio di attacchi di Teheran contro obiettivi ebraici sono gli Emirati Arabi Uniti, la Georgia, l’Azerbaijan, la Turchia, il Bahrain e, appunto, Cipro, una destinazione a un’ora di aereo da Tel Aviv. La parte settentrionale dell’isola greca, come dimostra il piano appena sventato, è un’area particolarmente a rischio infiltrazioni a causa del suo incerto status internazionale. Nessun Paese, a parte la Turchia, riconosce infatti Cipro nord, la parte occupata da Ankara nel 1974 a spese della Grecia e dove stazionano ancora più di 35mila soldati turchi. Secondo successive ricostruzioni dei fatti sulle quali aleggiano alcune incongruenze, come accade nelle vicende di spionaggio, le stesse autorità turco-cipriote avrebbero rivendicato un ruolo primario nell’identificare Abbasalilu e deportarlo in Iran. 

Non è la prima volta che Gerusalemme e Nicosia collaborano per fermare attacchi terroristici. Nel 2021 è stato arrestato un uomo con doppio passaporto russo-azerbaijano con la missione, anche questa affidata dai Pasdaran, di uccidere uomini d’affari sull’isola. Un altro piano sventato ha visto la polizia greca smantellare una cellula terroristica composta da due pachistani assoldati da un operativo con base in Iran. L’obiettivo in questo caso era una sinagoga e un ristorante nel centro di Atene ma l’attentato prevedeva anche la presa di ostaggi. Altri cittadini pakistani sono stati ingaggiati nel 2022 da Teheran per compiere un attentato ad Istanbul contro turisti e diplomatici israeliani, incluso un ex ambasciatore e sua moglie. In quell’occasione l’intelligence turca in concerto con quella israeliana era stata in grado di fermare dieci individui pronti ad agire camuffati da studenti e viaggiatori. A seguito del fiasco di Istanbul, il capo dell’intelligence dell’Irgc dal 2009, Hossein Taeb, è stato licenziato. 

La serie di complotti, almeno quelli resi pubblici, mostra che l’ostilità iraniana nei confronti di Israele non accenna a diminuire. Secondo diversi analisti, la decisione da parte del Mossad di dare massima pubblicità all’ultima operazione cipriota sarebbe una risposta alle notizie sui colloqui indiretti tra Stati Uniti ed Iran sul programma nucleare degli Ayatollah. Oggetto degli accordi informali mediati dall’Oman e non soggetti alla ratifica del Congresso, dovrebbe essere la liberazione di tre cittadini americani detenuti in Iran con l’accusa di spionaggio in cambio della sospensione dell’arricchimento dell’uranio e dello sblocco di fondi iraniani congelati all’estero a causa delle sanzioni Usa. Un’altra chiave di lettura della pubblicità data al tentato attentato cipriota la fornisce il giornalista Yaakov Katz secondo cui l’interesse degli israeliani sarebbe quello di lanciare un duplice messaggio. Il primo è diretto alla comunità internazionale che pensa che Teheran sia impegnata “solo” con il suo programma nucleare e non anche a progettare omicidi su suolo europeo. Il secondo invece punta dritto al regime iraniano e a ricordare le superiori capacità dei servizi di intelligence del paese fondato da Ben Gurion. Sperando che questo effetto di deterrenza possa bastare per tenere a bada il nemico giurato.

Pubblicato da edizioni24

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