La Cina sta con Putin, gli Usa: “Non è finita qui”. Fazzolari: “Italia compatta per Kiev”

E’ mistero sulla sorte del fondatore e leader del gruppo Wagner, Evgenij Prigozhin, artefice del clamoroso tentativo di golpe andato in scena sabato e conclusosi con una “ritirata” da Rostov, dopo la minaccia di marciare con i suoi mercenari su Mosca. Il caos, in Russia, regna ancora sovrano, nonostante la “mediazione” del presidente della Bielorussia Alexander Lukashenko, che ha convinto Prigozhin a tornare sui propri passi, forse in cambio dell’impunità, dopo le minacce di vendetta da parte di Putin.

Kiev cerca di approfittare dello sbandamento delle truppe russe, prive, al momento, del sostegno della Wagner, Putin ha riparlato ancora con Lukashenko, come riferisce l’agenzia di stampa bielorussa Belta. Nel pomeriggio, inoltre, Lukashenko ha avuto una conversazione telefonica con il presidente del Kazakistan, Nursultan Nazarbayev. Si è ”discusso della situazione internazionale, della situazione nella regione e delle relazioni bielorusso-kazake”, prosegue l’agenzia, ma nulla si sa sulla sorte di Prigozhin. Le uniche notizie riguardano un tesoretto di cinquemila banconote per un valore di circa quattro miliardi di rubli, l’equivalente di 43 milioni di euro, state trovate all’interno di scatole vicino al rifugio del fondatore e leader del gruppo Wagner Evgenij Prigozhin. Lo riferisce il portale Fontanka, aggiungendo che vicino all’ufficio sono stati trovati anche cinque chili di lingotti d’oro, sei pistole in pacchi e cinque mattonelle di polvere bianca.

Rinvenuti anche documenti, tra cui passaporti a nome di Prigozhin, con gli stessi dati anagrafici, ma con la fotografia di un altro uomo. Si tratta di un sosia di Prigozhin, che nel 2021 ha girato l’Europa, sostiene Fontanka. Del diretto interessato, però, nessuna traccia. L’ultimo video in cui appare è quello in cui lascia la città di Rostov, con i suoi soldati salutati dagli applausi.

Su fronte diplomatico, invece, Pechino rompe il silenzio: La Cina sostiene la Russia ”nella protezione della sua stabilità nazionale”, ha affermato il ministero degli Esteri cinese in una nota in merito alla rivolta guidata dal leader della Wagner Prigozhin contro la leadership russa. “In qualità di vicino amico e partner cooperativo strategico globale della nuova era, la Cina sostiene la Russia nella protezione della stabilità nazionale e nel raggiungimento di sviluppo e prosperità”, ha affermato il ministero degli Esteri in una nota. Quello che succede in Russia è ”un affare interno”, ha aggiunto il ministero.

Gli Usa, che secondo alcune fonti sarebbero stati informati già da mercoledì delle intenzioni di Prigozhin, ritengono che i “movimenti” interni alla Russia non si siano esauriti. Il presunto tentativo di golpe della Wagner guidata da Evgheny Prigozhin ha messo in luce “crepe reali” in Russia nell’autorità del presidente Vladimir Putin che è stato costretto a un accordo di amnistia. E’ l’analisi del segretario di Stato americano, Antony Blinken, a circa 24 ore dalla conclusione della rivolta dei mercenari di Prigozhin. In un’intervista ai media americani, Blinken ha sottolineato che il leader della Wagner ha lanciato “una sfida diretta all’autorità di Putin. Quindi questo solleva domande profonde, mostra crepe reali”.

“Non credo che abbiamo visto l’atto finale” dei disordini in Russia, ha aggiunto, sottolineando che il presidente americano Joe Biden non ha cercato di raggiungere il presidente russo Vladimir Putin dopo i fatti di ieri. Blinken ha spiegato che “non c’è stato alcun cambiamento” nella postura nucleare degli Stati Uniti. “Al momento non abbiamo notizia di nessun capo militare cacciato, ma bisognerà aspettare le prossime settimane per capire gli sviluppi”, ha aggiunto il segretario di Stato, evidenziando che “sedici mesi fa, le forze russe erano alle porte di Kiev, in Ucraina, pensando che avrebbero conquistato la città nel giro di pochi giorni. Ora devono concentrarsi sulla difesa di Mosca, la capitale della Russia, contro i mercenari creati da Putin”.

Blinken, alla Cnn, ha definito “straordinaria” la situazione attuale, ancora fluida. “E’ ancora presto per dire come andrà a finire. Possiamo dire che quello che abbiamo visto è fuori dall’ordinario. E credo siano state evidenziate crepe che prima non c’erano“, ha detto senza sbilanciarsi sull’eventuale parabola di Putin.

“Meloni la settimana prossima andrà in Parlamento, diremo che l’interesse nazionale italiano sta nel rispetto delle nostre alleanze internazionali e nella difesa del diritto internazionale, quindi nel sostegno all’Ucraina”. E’ quanto dice Giovanbattista Fazzolar, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, in un passaggio della sua intervista all’AdnKronos, parlando dell’intervento del premier alle Camere di mercoledì 28 giugno, dove verrà fatto il punto anche sulla crisi russa, alla luce delle ultime vicende interne.

Fazzolari ricorda come prima “quando la Russia era in una fase di avanzata militare, l’input che era dato dal Cremlino alla propaganda russa era di sostenere, far emergere, che l’Ucraina era troppo debole e che non serviva difenderla, che non bisognava dare armi a Kiev, ora i putiniani di tutto il mondo imploreranno il cessate il fuoco, cosa che ora sta facendo il presidente bielorusso Lukashenko e chi è al soldo del Cremlino”, argomenta il sottosegretario di Palazzo Chigi, che si rivolge al Pd.

“Quello del cessate il fuoco è un appello che sta arrivando anche da una parte del Partito democratico, la frangia di sinistra, che sta cominciando a sostenere che bisogna invocare immediatamente il cessate il fuoco. Non so se in buona o in cattiva fede, ma la richiesta di insistere sul cessate il fuoco è quella che viene fatta del Cremlino…”, sottolinea. “La richiesta di chi non è schierato con Putin è invece di dire ‘prima il ritiro russo dai territori occupati in Ucraina e poi il cessate il fuoco’. Perché chiedere ora il cessate il fuoco significa consegnare parte dell’Ucraina alla Russia, cioè proprio quello che vuole Putin”, avverte il meloniano.

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