Iran-Israele, Daniele: “Giocano a chi ce l’ha più grosso”

By Gaetano Daniele

Dagli oggi, dagli domani, con un occhio in Ucraina passando per Israele, la paura che tutti si stanno ponendo in queste ultime ore è che questi focolai di guerra prima o poi possano finire col bruciare anche il nostro culo.

Placidamente seduto sulla mia poltrona di casa, potrei fare un ragionamento egoistico e scrivere che non me ne frega un cazzo se a breve questi coglioni si saranno tanto odiati da spararsi reciprocamente nei coglioni. Invece, sono molto preoccupato. Non facciamo altro che discutere ipocritamente per il clima distrutto che lasciamo in eredità alle nuove generazioni, circoliamo in bicicletta e su monopattini elettrici per arginare l’inquinamento e migliorare il mondo. Grata docet, che barzelletta. Per non parlare del green, l’auto green, il cibo green, il sesso green etc, intanto progrediamo allegramente verso il conflitto mondiale che cancellerebbe in un secondo non soltanto l’ecosistema che dichiariamo di volere salvaguardare ma anche il pianeta e la civiltà.

Stiamo assistendo ad una escalation di imbecillità generale. I grandi del mondo e anche i piccoli stanno giocando a chi ce l’ha più grosso. Intendo le armi nucleari. Chi sa di averlo piccolo, mostra la banana. Stiamo scherzando con le armi nucleari. E siamo arrivati a questo punto pure velocemente, quasi senza rendercene conto, un punto che ieri ci sembrava impossibile sfiorare. E quasi, fateci caso, ci stiamo già abituando a questa atmosfera di guerra. Ed il rischio che ci entri in casa non soltando dal tubo catodico, è alto.

Di solito si dice che toccato il fondo, poi si risale. Invece questi stanno addirittura scavando con tutta una serie di provocazioni. E questo accade sul fronte ucraino come su quello israeliano. Quest’ultimo ora è quello che mi agita di più, anche perché la guerra che si combatte laggiù è la guerra non convenzionale per eccellenza, la quale può essere combattuta ovunque poiché non si tratta semplicemente di uno scontro tra due Paesi che rivendicano un pezzo o più pezzi di territorio, bensì di uno scontro di civiltà, ossia di due opposte culture e religioni, due differenti stili di vita e mentalità: da un lato, quella occidentale; dall’altro, quella islamica. E i semi di questo conflitto sono già in casa nostra, tanto che l’allerta è massima ovunque, Italia inclusa.

Sono i semi dell’odio islamico, di cui faceva lezione Oriana Fallaci mettendoci in guardia da ciò che sarebbe stato e che oggi è, odio nei nostri confronti, intolleranza nei riguardi dei nostri costumi, giudicati degenerati, della nostra fede, delle nostre regole, delle nostre libertà, insofferenza verso la civiltà occidentale. I missili su Israele sono missili lanciati contro un modello culturale che si vorrebbe abbattere perché è superiore a quell’altro modello che non conosce diritto, legge, libertà, democrazia, uguaglianza e parità di genere. E questa stessa lotta per la supremazia emerge nelle nostre città, nel centro e nelle periferie. Non si mira a conquistare una striscia di terra, lo ripeto, si mira ad affermare la supremazia di un sistema di valori sull’altro, di una fede sull’altra, di un patrimonio culturale sull’altro. L’Occidente tutto si è piegato per sottrarsi a questo ring, abbiamo rinunciato spesso a nostri simboli, principi, tradizioni, per dare spazio a quelli degli ospiti, per non offendere questi ultimi, per non turbarli, per non metterceli di traverso, ma questa scelta, cioè questa nostra arrendevolezza, non soltanto si è dimostrata essere una strategia del tutto inutile, ma anche ci ha reso più deboli. Ha indotto chi ci odia a percepirci come una civiltà al tramonto, al collasso, finita, fragile, decaduta. E noi gli abbiamo teso la mano.

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