Ingannano la madre in stile “Bibbiano” per portarle via il figlio: lei abbocca, poi si ribella

Una madre attirata in Comune per riconsegnare le chiavi di una casa comunale e un bambino sottrato con la forza e portato in una comunità, come richiesto dal padre. È successo in un piccolo paese della provincia lodigiana e ricorda molto da vicino quanto accaduto a Bibbiano, uno scandalo che coinvolse decine di minori ingiustamente strappati alle famiglie e affidate a strutture protette o persone amiche, al solo fine di produrre un lucro. Ancora bisogna accertare quanto accaduto a Casalmaiocco ma l’avvocato della madre, Donatella Bussolati, ora chiede giustiza e risposte per la sua assistita.

Intanto, il legale difensore ha depositato un esposto “affinché vengano verificati i possibili reati commessi sia da parte dei magistrati, che contro questa mamma si sono particolarmente accaniti, sia delle altre figure coinvolte (servizi sociali, forze dell’ordine, addetti del Comune). I danni sono irreparabili ma voglio che siano pagati fino all’ultimo”. Così ha dichiarato Donatella Bussolati a il Giorno, parlando di “violenza istituzionale“. Tutto è avvenuto venerdì mattina, quando la donna è stata trattenuta in municipio mentre un gruppo di agenti in borghese della polizia locale prendeva suo figlio di 9 anni, che in quel momento si trovava nella piazzetta con un’amica di sua madre.

“Ho ricevuto la videochiamata dei Servizi sociali, alle 9, mio figlio dormiva ancora, mi hanno chiesto dove fosse, se andasse al Grest, poi hanno voluto vederlo: l’obiettivo era rintracciarlo”, spiega la madre del piccolo. Passano 10 minuti e la donna riceve un’altra telefonata, questa volta da parte del Comune di Casalmaiocco: “Dovevo consegnare subito le chiavi della casa popolare di mia mamma, morta da una decina di giorni. Mi sono ritrovata col sindaco Marco Vighi, il comandante della Polizia locale, i servizi sociali: una decina di persone”. In quell’uffico, è stato letto alla donna il decreto del tribunale dei minori. “Hrifiutatodi firmarlo”, racconta.

Quando ha capito cosa stava accadendo, la donna si è agitata: “Cercavo di uscire e mi strattonavano per farmi sedere. Hanno chiamato il mio medico di base e un’ambulanza ma lui ha detto che ero normalissima, il Tso non era necessario”. Un racconto tremendo quello della donna, alla quale sulle colonne de il Giorno fa eco il suo avvocato: “È un sequestro perché la mia cliente è stata trattenuta contro la sua volontà senza aver commesso alcun reato. Inoltre il giudice ha ammesso l’uso della forza pubblica in caso di mancanza di adempimento spontaneo della mamma ma il provvedimento non è stato notificato prima né a me né a lei”.

Donatella Bussolati si appella alla sentenza di Cassazione che determina l’inesistenza della Pas, ossia dell’allontanamento parentale: “Serve una legge che consenta di operare con delle casistiche senza lasciare le sentenze alla morale personale dei magistrati in nome della bigenitorialità“. La situazione di Casalmaiocco è complessa, ma l’avvocato Bussolati ha le idee molto chiare: “Un minore che non vuole vedere il papà, invece, finisce subito in comunità. Se c’è conflittualità bisogna agire sui genitori. Inoltre in questo caso il padre non paga gli alimenti dall’autunno scorso e il bambino parla di un papà che lo umilia e lo prende a schiaffi”.

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