Incontro Putin-Erdogan, il presidente russo non arretra: accordo sul grano solo se eliminate le sanzioni

Si è concluso poco fa a Sochi, località russa sul Mar Nero, il vertice tra il presidente russo Vladimir Putin e quello turco Recep Tayyip Erdogan. Un colloqui durato circa un’ora e mezza, al termine del quale il capo del Cremlino ha commentato soddisfatto: «È stato un successo», riporta l’agenzia di stampa Ria Novosti, aggiungendo a stretto giro: «Le relazioni tra la Russia e la Turchia si stanno sviluppando proficuamente in tutti i settori e in tutte le direzioni», ha affermato Putin.

Partito sotto il buon auspicio dell’apertura dichiarata dal presidente russo di un possibile rilancio del patto che aveva permesso l’esportazione in sicurezza del grano ucraino, il primo incontro in presenza tra i due leader in quasi un anno ha affrontato diverse questioni: dal ruolo di mediatori e di possibili soluzioni alla guerra in Ucraina. alla costruzione di relazioni nella regione Asia-Pacifico con i partner interessati. Ma, come confermato dalle parole dei due leader prima e dopo il summit, il nodo cruciale al centro del bilaterale era senza dubbio il negoziato per l’accordo sul grano. Un patto che la Russia aveva fatto saltare a metà luglio, vincolando il suo rinnovo all’applicazione del memorandum tra Mosca e l’Onu per togliere tutti gli ostacoli alle esportazioni dei cereali e dei fertilizzanti russi provocati dalle sanzioni.

«Siamo pronti a ripristinare laccordo sul grano. E lo faremo subito non appena verranno soddisfatti gli accordi già presenti» e «verranno rimossi gli ostacoli sui prodotti russi», ha detto il presidente russo Vladimir Putin nel corso di una conferenza stampa congiunta con l’omologo turco Recep Tayyip Erdogan a Sochi. «L’Occidente ci ha ingannato sull’accordo sul grano. E l’aumento dei prezzi dei generi alimentari non è collegato», ha poi proseguito il leader di Mosca, ribadendo che «siamo stati semplicemente costretti a ritirarci dall’accordo».

Premesse di apertura al dialogo, quelle espresse a ridosso dell’avvio ai lavori, che la tv di Stato turca Trt ha rilanciato attraverso le parole del presidente turco Erdogan che, poco prima di incontrare Putin, ha affermato che dopo i colloqui con l’omologo russo, saranno espressi messaggi «molto importanti» soprattutto per i Paesi dell’Africa. Confermando ufficialmente che «il passo più significativo riguarda la questione del corridoio (per l’esportazione) del grano». Un punto sul quale lo stesso Putin, nel corso di una conferenza stampa congiunta con “il Sultano”, ha ribadito l’intenzione di sbloccare la situazione «non appena verranno soddisfatti gli accordi già presenti» e «verranno rimossi gli ostacoli sui prodotti russi».

Pertanto, ribadendo la sua apertura “condizionata” ai negoziati, al termine del colloquio di Sochi Putin ha anche sottolineato che la Russia considera gli accordi raggiunti con la Turchia e il Qatar come «un’alternativa» all’accordo sull’esportazione del grano firmato a luglio dello scorso anno a Istanbul con l’Ucraina, grazie alla mediazione dell’Onu e di Ankara. Non solo. Stando a quanto riferito dai due leader in conferenza stampa, la Russia starebbe negoziando «accordi con sei Paesi africani ai quali siamo pronti a fornire gratuitamente cereali», ha annunciato il presidente russo. Sostenendo a stretto giro: «Siamo molti vicini alla fine negoziati grazie ai quali la Russia intende fornire diverse quantità di cereali a prezzi vantaggiosi ai Paesi che ne hanno bisogno». Ringraziando contestualmente su questo «il Qatar che è pronto a supportare quelli più poveri».

E non mancando, con l’occasione, di agire sulla leva della propaganda anti-ucraina, rimarcando sulla vexata quaestio: «Kiev usa corridoi del grano per attacchi terroristici». Sottolineando: «Mentre la Russia ha chiaramente fornito garanzie di sicurezza per le spedizioni nell’ambito di questo accordo sul grano, l’altra parte ha utilizzato i corridoi umanitari per attacchi terroristici contro installazioni civili e militari russe», ha detto Putin. Aggiungendo che questo «non poteva più essere tollerato». Non solo. Sulla posizione ucraina, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan durante l’incontro congiunto con la stampa ha a sua volta ribadito: Kiev «deve ammorbidire il suo approccio per intraprendere passi congiunti con la Russia» riguardo l’accordo sul grano.

Non solo grano. Come anticipato, infatti, l’incontro Putin-Erdogan  ha affrontato anche altre delle molte questioni in agenda. Tra le varie, quella dell’esportazione del gas russo, riguardo al quale il leader di Mosca ha prima ribadito come la Russia sia sempre stata e sempre sarà «un fornitore affidabile e responsabile». Tanto che continuerà a fornirlo alla Turchia. Ed è pronta a esportarlo anche altrove. «Intendiamo continuare a fornire all’economia turca questo tipo di carburante, altamente efficiente ed ecologico. Inoltre, siamo pronti ad esportarlo attraverso la Turchia verso consumatori nei Paesi terzi», ha affermato il numero uno del Cremlino.

Da parte sua, il presidente turco ha chiesto alla Russia di revocare il blocco, sottolineando che l’accordo è essenziale per la stabilità alimentare nel mondo e per garantire la sicurezza nella regione del Mar Nero. La Turchia ha anche un interesse nelle forniture di gas russo attraverso il Mar Nero. Va ricordato, infine, che prima che l’accordo sul grano fosse sospeso, l’Ucraina – un Paese agricolo – era riuscita a esportare via mare circa 33 milioni di tonnellate di grano e altri prodotti agricoli dall’estate del 2022. Il Paese martoriato dipende disperatamente dalle entrate derivanti dalle esportazioni.

Pubblicato da edizioni24

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