Il golpe del 2011 e i “complici di casa nostra”. Sallusti a valanga: “A sinistra buffoni e ipocriti come Sarkozy”

Era tutto vero, lo sapevamo. L’uscita della biografia di Nicolas Sarkozy conferma cosa successe veramente in quell’autunno del 2011. Con le trame del presidente francese  e di Angela Merkel che interferirono nel gioco democratico di un altro Paese europeo; tramarono affinché l’Italia avesse un presidente del consiglio diverso dal leader che aveva vinto le elezioni. Le prove ce ne erano già tante. Lo ammise lo stesso presidente Usa di allora, Obama, tra gli altri. Lo raccontò in un libro Renato Brunetta. “Berlusconi deve cadere, cronaca di un complotto”. Con il libro di Sarkozy abbiamo, dunque, la confessione di una delle “menti” del cosiuddetto golpe bianco che portò all’Italia una serie infinita di governi non eletti dai cittadini italiani. Sulla vicenda a cui siti e quotidiani sannno dando ovviamente tutto il risalto che merita, fanno un passo avanti Libero e Giornale, che, rispettivamente, con l’editoriale di Alessandro Sallusti e con un’intervista ad Antonio Tajani si soffermano sui “complici di casa nostra”, che tennero bordone a quel disegno.

E’  vero che è proprio Sarkozy con questa confessione ad uscirne male. Quando scrive “io e Angela Merkel insistemmo con Berlusconi per farlo dimettere, era diventata una figura patetica” sembra più una battuta da avanspettacolo riferita a se stesso. La sua storia politica ha segnato un declino fulminante con qualche guaio di non poco conto. La parabola politica di Berluscono- tra cadute procurate e nuove ripartenze- si è conclusa con la sua vicenda terrena. Dunque, scrive Sallusti,  “di patetico in questa storia, allora e fino a oggi, c’è soltanto il tentativo – ahimè riuscito della sinistra e dei grandi mezzi di informazione di negarla prima e occultarla poi. Nonostante il ministro dell’Economia di Obama, Timothy Geithner, nel 2014 scrisse nella sua biografia di «aver ricevuto un forte invito da parte di alte autorità europee per convincere il presidente degli Stati Uniti ad aderire a un complotto contro l’Italia di Berlusconi». E infatti, oggi, a ben guardare, proprio quei grandi giornali registrano la vicenda Sarkozy diligentemente e senza sussulti: “Neppure oggi pare che qualcuno sobbalzi nel leggere che un presidente francese e una cancelliera tedesca abbiano brigato per sovvertire il nostro governo. Che dire? Buffoni e ipocriti, come Sarkozy”. 

A parlare di quella grave interferenza nella politica di un Paese sovrano è Antonio Tajani sul Giornale: «Sicuramente ci furono complici interni tra chi tramava contro Berlusconi, oltre a parecchi settori della vita pubblica che interloquivano con altri. La sua personalità forte dava fastidio a molti. E così, non riuscendo a batterlo alle urne, trovarono altri modi per spodestarlo, prima da presidente del Consiglio e poi dal Senato». Il ministro degli Esteri e leader di Forza Italia all’epoca era commissario Ue all’Industria e già uno dei maggiorenti del Ppe. È una vicenda che ha vissuto da protagonista delle relazioni internazionali. la domanda oggi è sesono ancora ipotizzabili manovre internazionali così invasive da mettere a rischio il governo Meloni. Risponde Tajani: «Mi auguro che questo non accada mai più: è contro ogni fondamento democratico il voler interferire nella vita di altri Paesi. Di tutta la vicenda, resta l’occasione per ricordare come Berlusconi abbia sempre difeso in ogni modo l’interesse nazionale dell’Italia».

Sullo stesso tema si sofferma Paolo Bracalini, proprio affondando sul vizio costitutivo della sinistra italiana: “Nel 2011 si è realizzata la manovra a tenaglia perfetta: tra pressioni internazionali e attacco interno, con l’esito finale delle dimissioni. Ma il meccanismo delle «quinte colonne» pronte a cavalcare gli attacchi esterni all’Italia è una costante quando governa il centrodestra”. L’editorialista evidenzia questo filo rosso: denigrare a livello internazionale l’Italia da allora ad oggi che è premier Giorgia Meloni è una costante. Già prima delle elezioni di un anno fa Gianni Letta andò a “confessare” su un quotdianao straniero il pericolo politico ed economicao che avrebbe vissuto l’Italia, se avesse vinto il centrodestra. Ogni volta che Meloni va in contesti internazinali a perorare soluzioni per problemi italiani, leggiamo i resoconti sui giornaloni che iniziano con “Schiaffi al governo”, “Schiaffi all’ Italia”. “Meloni isolata”. Basta che il premier canadese Justin Trudeau dica una fesseria perchè «preoccupato» dalle posizioni del governo italiano sul Lgbt», che tutta la stampa  di area progressista “goda”. Anche se il governo in tema di diritti non ha toccato alcuna normativa preesistente.

E arriviamo all’ultimo caso in cui il centrodestra ha segnalato il tifo anti-Italia dell’opposizione: il Pnrr. Tutti a scommetttere che l’Italia non si sarebbe dimostrata all’altezza. Ma anche osservatori di altro orientamento hanno notato con preoccupazione che, come scrive Linkiesta, «un pezzo della sinistra politica e intellettuale che senza dirlo si augura che il governo Meloni naufraghi sulla attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza».

Pubblicato da edizioni24

Pubblicato da ith24.it - Per Info e segnalazioni: [email protected]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.