Il fallimento del sindaco incandidabile, grava ancora sulle spalle dei caivanesi

By Ith24

Sono passati due anni ed ecco che la Caivano che sposò lo slogan #tuttaunaltrastoria, pare uscire finalmente dal tunnel del commissariamento e della totale incapacità politico-amministrativa. Anche se questo è ancora tutto da vedere.

I caivanesi si affidarono al medico Simone Monopoli, e persero tutto. Finanche i sogni. Una persona perbene, dicevano. Ne siamo certi. Sono tutte persone perbene, prima. Poi, se sbagliano, la colpa è sempre o dei predecessori o della “befana”. Fatto è, che il comune sotto la guida dell’ex Sindaco Simone Monopoli, si sciolse per infiltrazioni camorristiche. La persona giusta al posto sbagliato? L’ingenuo bambino al comando? Insomma, una cosa è certa, Caivano fu commissariata e Monopoli è incandidabile. Tutto il resto è noia. Inciucio. Chiacchiericcio da salotto.

In sintesi non ha più voce in capitolo, altro che Camera dei deputati. Infatti, l’unica camera che gli è rimasta dove poter parlare di politica, è il salone di casa o da qualche nullità dell’informazione (che Dio ce ne scansi e liberi), che riescono ad inventarsi anche un pubblico che non esiste. Sono dei fenomeni. Qualcuno fa anche le supplenze, a nero. Una volta ci proposero una funzione che alterava le visualizzazioni. Ovviamente lo mettemmo alla porta. (Tutto documentabile). Altri lo fanno ancora. A differenza di altri che le “dichiarazioni” non sanno nemmeno dove stanno di casa. Cercano visibilità con le offese credendosi spiritosi. Mai scendere al loro livello. Vincono. Non sanno fare altro.

Ma torniamo seri, solo per averli pensati ci tocca confessarci.

Torniamo al sopravvissuto, senza infamia e senza lode, all’aborto di una prima mozione di sfiducia, in rottura con gli stessi ex forzisti che erano rimasti al suo fianco attraverso “Forza Italia”. Poi mollato in men che non si dica. Il Sindaco rimase solo, nudo. Con pochi fedelissimi ad avvinghiarlo: mozzarelle, noccioline, cene, sono servite a ben poco. La politica aveva già deciso prima ancora dello scioglimento.

Si scrive per tanti motivi. Chi scrive queste righe lo fa solo in ragione di quel che pensa. Sempre. A volte, però, capita di scrivere qualcosa che non piace. Questa è una di quelle occasioni. Il sindaco caivanese che si affidò prima all’informazione definita “seria” e poi a quella che non ha né testa né coda, è stato semplicemente sconfitto. Non ci piace scriverlo, ma è quel che pensiamo. Non ci piace, perché ciò rappresenta il “reset” del voto di due anni e mezzo fa e, quindi, il fallimento – purtroppo l’ennesimo – di una città che continua ad aggrapparsi disperatamente al sogno di un cambiamento, di un’inversione di rotta, che potrebbe arrivare con le espressioni nuove di una politica seria, giovane e perbene. Quella dei fatti e non degli slogan. Perché #tuttaunaltrastoria ha avuto ragione. Quello che è accaduto a Caivano sotto la guida di Simone Monopoli si è rivelato tutta un’altra storia. Senza precedenti.

La sterzata, la svolta promessa da Monopoli, non c’è stata e quel voto di due anni e mezzo fa verrà definitivamente cancellato dal voto del 20 e 21 settembre.

Tanti gli esponenti in gioco. Basti vedere la coalizione di centro destra affiancata dall’avv Salvatore Ponticelli, uno che riuscirebbe a mettere i puntini sulle “i” semza scendere a compromessi con il malaffare. Oppure al giovane Antonio Angelino, che con le sue liste in supporto come La Svolta, composte principalmente da giovani perbene, formerebbe la futura classe politica locale.

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