Haiti, ucciso in casa sua il presidente Moise. Il premier: “Erano stranieri”

Il presidente di Haiti, Jovenel Moise, è stato ucciso nella notte all’interno della sua abitazione di Port-au-Prince. La moglie, la first lady Martine, è invece sopravvissuta e si trova ricoverata in ospedale. Secondo le prime ricostruzioni, l’assassinio di Moise sarebbe opera di un commando armatoche ha fatto irruzione in casa intorno all’una di notte. Gli attentatori restano non identificati, ma – secondo quanto riferito dal primo ministro, Claude Joseph – sarebbero «elementi stranieri».

La notizia, che arriva in un momento in cui il Paese, uno dei più poveri al mondo, è già sconvolto da un clima di instabilità politica e dalla brutalità delle bande criminali, rischia di provocare un’ulteriore escalation di violenze. Il premier Joseph, condannando «questo atto barbaro, disumano e atroce», ha invitato la popolazione alla calma, sottolineando che «la sicurezza del Paese è sotto il controllo della polizia e delle forze armate haitiane» e rassicurando sul fatto che «vinceranno la democrazia e la repubblica». Joseph avrebbe dovuto lasciare l’incarico questa settimana, dopo soli tre mesi di mandato, per essere sostituito proprio da Moise. Dopo l’assassinio di quest’ultimo ha invece annunciato di aver assunto su di sé la guida del Paese. «Sono stati compiuti i passi necessari per garantire la continuità dello Stato», ha detto.

Moise, 53 anni, vinse le elezioni una prima volta nel 2015, quando però il voto finì annullato per brogli. L’anno successivo, dopo le dimissioni del suo predecessore Michel Martelly, vinse nuovamente e formò il suo governo, in carica dal febbraio del 2017. Durante la sua presidenza, ha dovuto affrontare accuse di corruzione e ondate di proteste anti governative spesso violente e nel corso delle quali, nel 2019, si registrarono anche decine di morti. Tra le accuse mosse a Moise anche quella di voler illegittimamente prolungare il proprio mandato, che lui considerava prorogato fino al 2022. Nei mesi scorsi l’opposizione aveva nominato il giudice Joseph Mécène Jean Louis come «presidente provvisorio della transizione», mentre le forze di sicurezza a febbraio, quando c’era stata una nuova ondata di proteste, hanno sventato un tentativo di golpe.

Pubblicato da edizioni24

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