Gaetano Daniele sul crocifisso: “Nessuno lo tocchi, serve a ricordarci che esiste il Gesù uomo che combatte Satana”

Gaetano Daniele ith24

Nonostante le scuole siano chiuse a seguito di questa maledetta pandemia che mi sta impedendo di raggiungere, come mio solito, le località da me preferite per distogliermi dalla solita routine e dai fessi, mi è capitato di ascoltare che non appena le scuole ritornano a pieno regime, la prima cosa da fare è togliere i crocifissi dalle pareti. È vero. Il Covid ha finito di rincoglionire le persone. Ma vi pare che in piena pandemia e crisi sociale, il problema sia il crocifisso?

Prima di togliere i crocifissi sarebbe meglio chiedere il parere non dico degli studenti ma almeno dei genitori. Inoltre: capirei se l’abolizione dei simboli cristiani avvenisse in ossequio della laicità dello Stato. Avrebbe un senso. Farli sparire per compiacere ai musulmani che ci odiano è un atto di sottomissione vergognoso e umiliante.

Il crocifisso è un simbolo per i cristiani che ha rivoluzionato la storia di ciascuno. Per questo motivo ha cambiato il modo di pensare degli uomini. Il crocifisso diventa simbolo cristiano a partire da un fatto essenziale e di primaria importanza: un uomo chiamato Gesù, figlio di Dio, è stato condannato a morte per crocifissione dal prefetto romano Ponzio Pilato nell’anno 30 circa. E nella vita c’è sempre uno che si carica di responsabilità ed un altro che si lava le mani.

Il crocefisso è l’immagine drammatica del dolore, con le sue spine, e sorvoliamo sui chiodi, che solo a vederli fanno venire i brividi e l’angoscia. Non c’è nulla di più straziante di quei due pezzi di legno a cui è appesa agonizzante una persona. Essi suscitano pietà e rappresentano la solitudine della morte. Noi esseri viventi siamo consapevoli che Gesù torturato riassume la nostra tragedia: siamo gente povera, debole, in balia dei potenti, pronti ad essere venduti, traditi, martoriati. Per cui Cristo è figlio di Dio. Anche se questo è indimostrabile. Ma per me che credo nel Gesù uomo è comunque l’emblema di una ingiustizia perpetrata dai rappresentanti della politica che hanno barattato la coscienza allo scopo di non avere grane con le autorità. Il crocifisso diventa simbolo fondamentale anche per gli atei, per i quali Gesù è un punto di riferimento morale e culturale. Fu lui a predicare di amare il prossimo come sé stessi e di porre al centro della esistenza l’obbligo di essere solidali con i nostri simili. Si tratta di principi che resistono da secoli e secoli e che hanno modificato i rapporti tra i popoli.

Un mio amico Vescovo col quale mi confronto di tanto in tanto anche per portare la sua parola attraverso i miei portali di informazione, un giorno mi regalò un crocifisso, ce l’ho ancora affisso alla parete e, dopo aver assistito al gesto di una donna che buttava l’immagine sacra di una defunta in un cassetto, poco cristianamente oltre a volerla prendere a calci in culo, ho seguito semplicemente il consiglio dell’amico Vescovo, l’ho usato a mo di difesa: “ave retro Satana”

 

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