Ferragni con “la retromarcia” è un fallimento, “l’agguato” a Meloni e Blanco: quindi, Sanremo…

– Non c’è niente di più imbarazzante del Primafestival che nei fatti è un enorme marchettificio. Ci sta, è il mercato che lo chiede. Ma bello non è.

– All’Ariston si sono alzati in piedi per Mattarella, ma non per i morti del terremoto. Normale?

– È evidente che cantare l’inno d’Italia ad inizio Festival non era una cosa preparata. Il povero Gianni Morandi ha dovuto improvvisare.

– Poteva forse mancare la celebrazione della “costituzione antifascista”?

– La Costituzione come testo sacro è il grande male della nostra Italia. La si sacralizza per non emendarla mai. Questo Benigni lo sa. E allora mi domando: non è che dietro c’era un messaggio sottinteso, ma manco troppo, al governo? Del tipo: le riforme (autonomia) e il presidenzialismo ve li sognate, la Carta non si tocca. Magari sbaglio, ma sembrava un mezzo agguato alla Meloni.

– Solo per me l’esibizione di Benigni ha fatto flop? Sembrava buttata lì, pensata in poche ore, quasi di corsa. Sbaglio?

– La presenza di Mattarella all’Ariston deve aver rivoluzionato la scaletta. Inno improvvisato. Benigni raffazzonato. Amadeus che non sapeva cosa dire. Siamo sicuri sia stata una grande mossa? Senza contare che né la presidente Marinella Soldi né il CdA della Rai ne sapevano nulla. Un autogol.

– Anna Oxa: canzone interessante, ma non trascina. Voto: 5.

– gIANMARIA deve essersi dimenticato i bottoni della camicia. La canzone bruttina, ma funzionerà: voto 5.

– Ferragni si presenta con la scritta “Pensati libera”. Bel vestito. L’emozione ci sta. Però leggere da un cartoncino non è che richieda una laurea in astrofisica. Datti una calmata.

– Mr Rain: bella canzone, semplice e piacevole con la presenza dei bambini (pure quella che piange). Voto: 6.

– Ma perché Mahmood si è messo i tacchi? Perché?? È forse una gara con Rosa Chemical e Maneskin a chi è più fluido?

– Marco Mengoni: può piacere o meno, ma almeno sa cantare dal vivo. Voto: 7-

– La scenetta sulla profiler con Elena Sofia Ricci è stata decisamente indecorosa. Nessuno ha riso. Pochi applausi. Dispiace anche un po’ per lei: pessimo lavoro degli autori.

– Ormai nemmeno i direttori d’orchestra si vestono normale. Pare la gara a chi è più strambo.

– Ariete: ha stonato tutto lo stonabile. Farei meno attenzione all’outfit e più alle lezioni di canto. Voto: 2. Avrà preso almeno una nota?

– Le “canzoni brutte” di Morandi sono il momento migliore del Festival. Simpatico. E poi sa cantare, roba decisamente rara a Sanremo.

– 28,5 milioni di follower e mia madre davanti a Chiara Ferragni: “Ma questa chi è?”. Spettacolo.

– Coma Cose: molto meglio la canzone dell’altra volta. Voto: 5. Anzi: un voto in più per il bacio eterosessuale. Di questi tempi è rivoluzionario. Voto finale: 6.

– Ormai più che Festival della canzone italiana è il Festival delle marchette. Chissà quanto avrà pagato Poltronesofà per sta schifezza di scenetta con i due “artigiani”. Ho i brividi.

– Nel servizio d’ordine c’è il sosia di Bonaccini. O forse è lui? In effetti meglio fare da guardaspalle di Amadeus che il leader di quel bordello che si chiama Pd.

– Mi sa che Roby Facchinetti non si è ancora ripreso dallo choc della rapina. Che fine ha fatto la voce? Pareva una gallina.

– Il regista ha inquadrato una signora in prima fila all’Ariston i cui canotti al posto delle labbra stavano quasi per esplodere.

– Una delle qualità di Elodie è avere un fisico pazzesco, forse qualità superiore rispetto a quelle canore. E come l’hanno vestita? Vabbè. Canzone sottotono. Voto: 6.

– Ferragni: ma poi avere un vestito con disegnate le sue tette o andare tette al vento, cosa cambia?

– Abbiamo scoperto che Chiara Ferragni sa leggere. Bene, brava, bis. Dieci giorni che ci rompe le balle con l’ansia da prestazione e poi deve solo leggere in pubblico?

– La auto-lettera di Chiara Ferragni, in pratica il racconto della sua vita, manco fosse Dante Alighieri, è qualcosa che ci saremmo tranquillamente evitati. Contenuti? Zero. Fluidità di scrittura? Meno di zero. Pure l’audio era fallato. Un condensato di banalità ed egocentrismo. Che fallimento.

– Vedo Ferragni e penso: ridateci Zelensky.

– Amadeus: “Chiara ha scritto questa lettera da sola”. Lo spero: perché se ci fosse stata più di una testa dietro quel testo c’era seriamente da preoccuparsi.

– Scusaci Diletta Leotta. Pensavamo tu avessi prodotto il momento più basso dei Festival, invece poteva accadere di peggio. Ferragni.

– Gassmann: un voto in più per la voce interessante, un altro ancora perché si è vestito come un cristiano normale in giacca e cravatta: 6.

– Blanco: non funziona l’audio e lui non si capisce per quale motivo spacca tutto sul palco. Dispiace, ma poteva tranquillamente continuare a cantare. Altri ne sono in grado, lui evidentemente no. Giusti i fischi dell’Ariston. Voto: 2.

– Almeno, va detto, ha rotto la monotonia di un Festival sin lì noiosetto. La scena migliore è quando Amadeus gli chiede: “Che messaggio c’era dietro a tutto questo”?. E lui: “Niente, mi è partita la brocca e ho spaccato tutto per divertirmi”. Magico.

– Dubbio legittimo: quella di Blanco è stata sfuriata vera o sceneggiata preparata? In entrambi i casi anche solo aver pensato per un secondo di farlo ricantare è stato uno scivolone.

– Salmo ha fatto il bagno col microfono, Blanco ha fracassato i fiori. È il festival dello spreco.

– Chiara Ferragni sul terzo abito ha scritto: “Ma perché non ti rifai il seno?”. Sarebbero alcuni degli insulti degli hater e bla bla bla. Mia moglie mi dice sempre “perché non ti fai un trapianto di capelli?”. Quasi quasi a ‘sto punto mi ci stampo una maglietta pure io.

– Al festival avere una bella voce ormai è un optional.

– Cugini di Campagna. Senza verve: 5

– Grignani: ci manca poco che va a “baciare il bambino” scendendo le scale. Poi il titolo della canzone è perfetto: “Quando ti manca il fiato”. Ecco. Voto: 4

– Olly: dubito che senza auto-tune sia minimamente apprezzabile. Ma andrà di brutto nelle discoteche. Contenti voi. Voto: 6

– Il quarto abito della Ferragni è a metà tra una campana e una abat jour. La spiegazione suona pure peggio: l’obiettivo sarebbe quello di “liberare le nuove generazioni dagli stereotipi di genere nei quali spesso le donne si sentono ingabbiate” e “rompere le convenzioni imposte dal patriarcato”. E pensare che come didascalia sarebbe bastato scrivere: l’abito più brutto della serata.

– Momento selfie tra Ferragni e Amadeus. Ma perché al Festival dovrebbero sponsorizzare il profilo Instagram di Ama?

– Colla Zio: Non classificati.

– Mara Sattei: Canzone che sembra già sentita. Voce decente. Voto: 6

– I vincitori della serata sono Gianni Morandi, unico cantante con una buona intonazione, e il coro. Pensate come siamo messi.

– Si sono dimenticati di togliere l’audio alla Ferragni durante il ricordo di Battisti. Lucio perdonali, perché non sanno quello che fanno.

Pubblicato da edizioni24

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