In manette il medico di Messina Denaro. Il gip: “Ha firmato falsamente oltre 130 ricette per il boss”

A distanza di tre settimane dall’arresto del boss mafioso Matteo Messina Denaro, i carabinieri del Ros hanno arrestato oggi Alfonso Tumbarello,  70 anni, ex medico di base da alcuni mesi in pensione. È accusato di aver curato il boss durante la latitanza: i reati contestati al professionista sono concorso esterno in associazione mafiosa e falso ideologico.

L’ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dal gip di Palermo Alfredo Montalto che ha accolto la richiesta del procuratore Maurizio de Lucia e dell’aggiunto Paolo Guido, che coordinano l’indagine. In manette anche una seconda persona che avrebbe svolto un ruolo nella consegna delle ricette a Messina Denaro, Andrea Bonafede, cugino e omonimo del geometra arrestato per avere prestato la sua identità al boss. Tumbarello era indagato dal giorno dopo la cattura di Messina Denaro. Oggi l’arresto a Campobello di Mazara, in provincia di Trapani, nella sua abitazione.

Il medico «ha concorso, senza prendervi parte, nell’associazione mafiosa, assicurando al sodalizio le proprie competenze mediche e i propri poteri derivanti dalla qualità di medico di medicina generale convenzionato con il servizio sanitario nazionale», è quanto scrive il gip di Palermo nella ordinanza di custodia cautelare. Tumbarello avrebbe «compilato e redatto numerosissimi falsi documentali a nome del suo assistito “Andrea Bonafede”» e in questo modo avrebbe “garantito” al boss, durante la sua latitanza «l’assistenza sanitaria, l’accesso alle cure pubbliche e un intero percorso terapeutico sotto falsa identità, con ciò consentendo all’associazione mafiosa di continuare a essere gestita, diretta e organizzata da Messina Denaro».

«Nell’esercizio delle funzioni di medico» Alfonso Tumbarello,  secondo il gip di Palermo Alfredo Montalto, come si legge nel provvedimento di arresto, «in concorso con Andrea Bonafede (arrestato anche lui oggi, solo omonimo del prestanome del boss ndr)» avrebbe «firmato falsamente atti pubblici, anche informatici, e segnatamente in numero di almeno 95 per la somministrazione di farmaci e di almeno 42 per lo svolgimento di analisi ed esami diagnostici, tutti formalmente prescritti  a “Bonafede Andrea, nato a Campobello di Mazara il 23 ottobre 1963”, ma in realtà prescritti a Matteo Messina Denaro».

E poi scrive ancora. «Le cure assicurate personalmente dal dottor Tumbarello hanno garantito» al boss Matteo Messina Denaro «non solo le prestazioni sanitarie necessarie per le gravi patologie sofferte, ma soprattutto per quel che qui rileva, la riservatezza sulla sua reale identità, e dunque continuare a sottrarsi alle ricerche, restare a Campobello di Mazara, e gestire l’associazione mafiosa».

Il gip Alfredo Montalto nell’ordinanza di custodia cautelare scrive ancora: «L’analisi della documentazione via via acquisita dalla polizia giudiziaria ha fornito prova piena della gravità delle condotte» del medico Alfonso Tumbarello. «E, infatti, il primo intervento chirurgico cui è stato sottoposto Messina Denaro è stato reso possibile grazie alla falsa scheda formata dal dott. Tumbarello il 5 novembre 2020 a nome di Bonafede Andrea cl. 69, nella quale ha dato atto di aver eseguito personalmente un’accurata anamnesi e valutazione clinica del paziente, che già aveva eseguito una colonscopia sollecitandone il ricovero», ricovero cui faceva seguito, a distanza di pochi giorni come detto, l’intervento chirurgico del 13 novembre 2020. Tumbarello ha chiesto poi, in calce alla “scheda”, di essere informato attraverso una “esauriente relazione clinica” del paziente Bonafede/Messina Denaro.

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