“Fenix”, l’orgoglio dell’ambientalismo di destra: “No, noi non siamo l’ultima generazione”

“Noi non siamo l’ultima generazione”: i ragazzi di Gioventù nazionale lo rivendicano con orgoglio, marcando già dal titolo del dibattito di Fenix su ambiente e ambientalismo la differenza tra l’ecologismo di destra e le battaglie prive di sostanza, ma piene di ideologia degli eco-vandali. “Noi prendiamo nettamente le distanze da un ambientalismo che aggrega sulla paura. Noi aggreghiamo sull’esempio. Loro vanno a sporcarsi di fango davanti al Senato; anche noi ci sporchiamo di fango, ma come volontari nelle zone alluvionate dell’Emilia Romagna. Noi siamo questo, loro sono quello”, ha rivendicato il dirigente di Gn, Daniele Mioni, cui è stato affidato il compito di introdurre il panel che ha visto tra i relatori anche il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin.

Durante il dibattito è stato anche proiettato un filmato di forte impatto emozionale sull’impegno dei ragazzi di Gn nelle terre alluvionate. “Noi siamo quelli dei Campi Hobbit e dell’ecologismo militante di Paolo Colli: non dobbiamo scoprire nulla, facciamo quello che è già nostro”, ha proseguie l’esponente di giovrntu nazionale lasciando poi la parola a un altro giovane dirigente, Alessandro Balboni, per coordinare il dibattito con il ministro; il presidente della Commissione Ambiente della Camera, Mauro Rotelli; la conduttrice tv Hoara Borselli; il docente di Economia dell’Ambiente all’Università Marconi Gian Piero Joime; il giornalista Francesco Boezi; il presidente di Modavi Protezione civile Emanuele Buffolano.

Il punto, però, anche in fatto di politiche ambientali, non è quale movimento sia meglio, ma cosa sia giusto per l’Italia. Argomento che è stato il vero cuore dei ragionamenti sull’ambientalismo svolti dal palco di Fenix e che si riassumono nella formula della tripla sostenibilità espressa da Pichetto Fratin rispetto alla transizione green: sostenibilità ambientale, ma anche economica e sociale. “L’ambientalismo – ha spiegato Joime – deve essere l’occasione per dare vita a sistemi e servizi che mettono al centro l’uomo della grande trasformazione. L’Italia deve collocarsi al centro di questa grande trasformazione, diventandone un attore principale puntando su industrie che lo accompagnano e sostengono”.

“Il percorso che abbiamo davanti con la nuova centralità del Paese nel Mediterraneo ci porta a dover sfruttare sole e vento. Oggi si chiude una programmazione a livello nazionale al 2030, il Pniec, ci diamo un obiettivo che raggiungeremo: oggi abbiamo due terzi della nostra energia da fonte fossile e un terzo da fonte rinnovabile, al 2030 avremo due terzi da rinnovabili e un terzo da fonte fossile. Questo è un contributo all’ambiente”, ha ricordato il ministro, dicendosi comunque pronto a incontrare in qualsiasi momento gli attivisti di Ultima generazione, rispetto ai quali ha ricordato che “il fatto che utilizzino forme forti per fare presente la loro posizione è una manifestazione di libertà; il fatto che facciano danni è invece una violenza non accettabile“.

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