Estate 2023 all’insegna dei rincari: sdraio e ombrellone, meglio il divano e la TV

Si tratta certamente di un trimestre estivo da record quanto a rincari: gli aumenti sono stati a tutto campo e senza soluzione di continuità. L’inflazione ha spinto verso l’alto i prezzi del turismo con una stangata praticamente da 4 miliardi di euro che ha investito tutti i settori: voli aerei e alberghi per passare ai generi alimentari così come alle rate dei mutui fino ad arrivare al costo dei carburanti, non si è salvato nessun campo.

Una volta c’erano almeno i voli low-cost, adesso si può dire che non esistono più visti i rincari che si susseguono da marzo 2023, la spesa media dei primi sei mesi dell’anno è stata più alta di oltre il 50% rispetto allo stesso periodo del 2022 con picchi del +70% a marzo e in alcune tratte aree nazionali come quelle da e per Sicilia e Sardegna. In netto aumento anche i voli tra Italia e Usa: Enac e ministero delle Imprese e del Made in italy sono a lavoro per indagare sulle possibili speculazioni e le cause che stanno dietro a questi aumenti.

Legato e collegato al caro-vacanze, ecco la stangata anche sugli alberghi: come scrive il Corriere, gli aumenti medi sono pari al 20% rispetto agli anni pre-pandemia ma anche rispetto a 12 mesi fa. Facendo una media del trimestre giugno-agosto in una struttura a tre stelle, chi prenota una camera doppia e vuole la colazione inclusa spende il 19,6% in più rispetto allo stesso periodo del 2022, un 4 stelle ha rincari dell’11,5% mentre un 5 stelle arriva al +18,4%. Ma a cosa sono dovute queste impennate? Gli esperti del settore spiegano che si tratta del prezzo più elevato sulle materie prime ma anche l’enorme domanda e il riempimento medio delle strutture che non conoscono crisi e piene fino all’85% di Napoli e soltanto dieci punti percentuali in meno a Venezia.

Nonostante una lieve flessione dell’inflazione a luglio i rincari sul cibo non si arrestano: l’Istat ha fotogratato una situazione che vede il +10,4% di luglio, un punto in più rispetto al mese precedente. Se da un lato la giustificazione è da ricercare nel clima impazzito che tanti danni ha fatto, dall’altro “frutta e verdura sono state colpite da una serie di coincidenze e sovrapposizioni all’origine, ingigantite poi dai problemi alla filiera”, ha dichiarato al Corriere Lorenzo Bazzana, responsabile economico di Coldiretti. “Prima i contadini hanno affrontato quattro mesi di siccità poi l’alluvione in Romagna, tra le principali produttrici ortofrutticole, che ha portato a un calo nel raccolto di albicocche e ciliegie e a un crollo del 30% per quello di pesche nettarine. Infine la grandine e le alte temperature come in meridione, che hanno anticipato la maturazione o allessato frutti e ortaggi ancora attaccati alla pianta”.

Anche la stangata sui mutui è servita: gli aumenti medi sui mutui, da gennaio, hanno subìto impennate di tre punti percentuale a causa del rialzo dei tassi dalla Bce. I problemi sono sia per chi aveva già un mutuo alle spalle ma anche e soprattutto per chi ne stipula una nuovo. Sui 150mila euro, la rata è lievitata a quasi 800 euro dai 482 che si pagavano in precedenza. Se gli stipendi non aumentano è chiaro che agli italiani rimangono meno soldi nelle tasche ai quali vanno aggiunti tutti i costi di cui abbiamo già parlato.

Se è vero che da oggi, 1° agosto, verranno limitati i furbetti dei prezzi del carburante grazie all’esposizione obbligatoria di un cartello con i prezzi medi praticati in Regione (nelle autostrade i prezzi medi nazionali), gli aumenti in modalità servito hanno toccato anche punte fino a 2,5 euro al litro mentre per il self-service si sono toccati, in autostrada, anche i due euro. “Per la benzina siamo ai massimi da fine luglio 2022, il gasolio è ai massimi da metà aprile”, ha spiegato StaffettaQuotidiana. Nella giornata di ieri le rassicurazioni sono arrivate dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e dal garante dei prezzi, Benedetto Mineo, i quali hanno sottolineato che i rincari sono dovuti al rialzo internazionale sul prezzo del greggio e che l’Italia, rispetto ad altri Paesi, è quella in cui gli aumenti sono più contenuti.

Pubblicato da edizioni24

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