By Daniele Dell’Orco (LQ)
Un’ambulanza in viaggio dal nord al sud della Striscia di Gaza è stata centrata ieri da un attacco israeliano. Ashraf al-Qidra, portavoce del Ministero della Sanità di Gaza, controllato da Hamas, ha dichiarato che l’ambulanza faceva parte di un convoglio che Israele ha preso di mira mentre lasciava l’ospedale Al-Shifa, aggiungendo che «un gran numero» di persone sono rimaste uccise e ferite, ma senza fornire cifre. Qidra sostiene che l’esercito israeliano abbia preso di mira il convoglio a più riprese durante il percorso, a partire dal cancello dell’ospedale Al-Shifa e dalla piazza Ansar a un chilometro di distanza.
L’esercito israeliano pochi minuti dopo ha confermato di aver attaccato l’ambulanza ritenuta un obiettivo legittimo (da qui i tentativi reiterati) poiché «identificata dall’IDF come usata da una cellula terroristica di Hamas in prossimità della loro posizione nella zona di battaglia. Il metodo delle operazioni di Hamas è quello di trasferire miliziani del terrore e armi nelle ambulanze». La dichiarazione del portavoce militare delle Forze di difesa israeliane Daniel Hagari è stata accompagnata dal remind già ribadito in altre occasioni: «Questa area è una zona di guerra. I civili in questa area sono stati ripetutamente esortati ad evacuare a sud per la loro sicurezza». Chi lo fa, tuttavia, rischia la vita perché squadre di cecchini islamici sono appostate per sparare a chi cerca di fuggire da Gaza. Alcuni video diffusi su X mostrano un tappeto di cadaveri su Rashid Street, che conduce verso sud. L’eventualità di una guerra fratricida, fra musulmani che uccidono i loro correligionari profughi non è presa nemmeno in considerazione dalle organizzazioni internazionali.
Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, si è detto «assolutamente scioccato dalle notizie di attacchi alle ambulanze che evacuavano i pazienti vicino all’ospedale Al-Shifa di Gaza, che hanno causato morti, feriti e danni». «Ribadiamo ha scritto il capo dell’OMS su X -: i pazienti, gli operatori sanitari, le strutture e le ambulanze devono essere protetti in ogni momento. Sempre». Un giornalista dell’AFP presente al momento del raid ha mostrato diversi corpi accanto all’ambulanza danneggiata fuori dall’ospedale Al-Shifa, sovraffollato di civili che cercano riparo dai bombardamenti israeliani e di feriti. Sulla scena, un bambino che veniva portato via e un cavallo morto legato a un carro accanto a veicolo della Mezzaluna Rossa palestinese ricoperta di sangue. Lynn Hastings, coordinatore umanitario delle Nazioni Unite per i territori palestinesi, ha lanciato un «allarme» per via dell’attacco «mentre i pazienti venivano evacuati per trovare sicurezza». Non è la prima volta che i presidi sanitari finiscono al centro della disputa che parte dai diretti interessati e diventa di respiro internazionale.
Accadde dopo l’esplosione nel parcheggio dell’ospedale Al-Ahli sempre di Gaza City dove, secondo i palestinesi, sarebbero morte oltre 400 persone a causa di un attacco aereo israeliano. Gerusalemme, tuttavia, ha sempre negato la paternità del raid ribattendo che si sia trattato di un missile palestinese difettoso e caduto sull’ospedale. In altre occasioni, specie dopo i ripetuti inviti ad evacuare verso la parte meridionale della Striscia, una marcia che Israele ritiene sia stata e sia tuttora ostacolata da Hamas, l’esercito israeliano ha ritenuto legittima l’identificazione di target militari (depositi, tunnel grazie all’uso di ordigni a penetrazione, centri di comando e controllo) compresi quelli siti nei pressi di strutture civili che i membri delle milizie palestinesi utilizzerebbero come scudi. In totale, sono oltre una dozzina gli ospedali danneggiati direttamente dai raid o per via della prossimità con gli obiettivi. Secondo l’OMS, quello di Shifa ha un tasso di occupazione dei letti del 164% e dalla struttura mercoledì avevano avvertito che la mancanza di carburante per i generatori stava «mettendo a rischio la vita» dei pazienti. Il conto delle vittime civili, a Gaza, ha superato le 9.200 unità, così come civili erano oltre un quarto delle 1.400 persone uccise dai commando di Hamas in Israele il 7 ottobre.