Dossieraggio su politici e vip: indaga la Procura di Perugia. Il caso emerso grazie al Ministro Crosetto

La Procura di Perugia indaga su un possibile caso di dossieraggio nei confronti di politici e altri personaggi in vista, emerso dopo una denuncia di Guido Crosetto a seguito di un articolo del Domani che riportava dati sensibili del ministro e accessibili solo a “persone autorizzate”. Nel registro degli indagati è finito un ufficiale della Guardia di Finanza, a lungo in forze alla Direzione nazionale antimafia. L’ipotesi di reato è  “accesso abusivo a sistemi informatici”, ma tutto fa pensare che si possa trattare solo della punta di un iceberg.

La notizia dell’apertura dell’inchiesta è riportata oggi da Repubblica, Corriere della Sera e La Verità, che chiariscono come il fascicolo sia passato in capo a Perugia per il possibile coinvolgimento, anche come parte lesa, di magistrati in servizio a Roma, dove ha sede la Dna. Del caso, la cui delicatezza appare evidente, si occupa direttamente il Procuratore capo di Perugia, Raffaele Cantone. “A seguito della pubblicazione di miei dati personali e non pubblici, accessibili solo da parte di persone autorizzate, ho deciso di sporgere una querela alla procura di Roma per capire come fossero stati recuperati”, ha spiegato Crosetto a Repubblica. 

Era ottobre, il Domani pubblicò alcuni dati reddituali di Crosetto, sostenendo che avesse “incassato milioni da Leonardo” e che dunque da ministro avesse un conflitto di interessi. Ricostruzione che valse al quotidiano una querela. Oggi emerge che dietro quell’articolo potrebbe esserci dell’altro. È stato infatti indagando sulla provenienza dei dati sensibili del ministro che la Gdf ha scoperto che c’era stato un accesso sulle sue attività da parte di un finanziere in servizio presso gli uffici della Dna in cui si raccolgono le Sos, le segnalazioni di operazioni sospette. Da lì a risalire, gli investigatori hanno scoperto che lo stesso ufficiale aveva svolto almeno un centinaio di accessi simili, in molti casi legati a soggetti considerati “sensibili” per ruolo ed esposizione pubblica.

Il finanziere indagato si è difeso dicendo che si trattava di una pratica abituale in quell’ufficio, che aveva il compito di verificare le segnalazioni arrivate dalla Banca d’Italia. Tuttavia, riferiscono i quotidiani che hanno dato la notizia, dai primi accertamenti non risulta che il finanziere avesse ricevuto mandato della magistratura per quegli accessi. Nel frattempo, il nuovo capo della Dna, Giovanni Melillo, ha cambiato le procedure, ma resta il macigno dei sospetti su quanto avvenuto in precedenza. Anche perché il caso di Crosetto non appare isolato. Già nel corso del 2020 la pubblicazione su diversi quotidiani di segnalazione di operazioni sospette che riguardavano personaggi politici di primo livello avevano destato sospetti. Fa questi Repubblica annovera Matteo Renzi, Giuseppe Conte e Rocco Casalino, mentre La Verità ricorda come anche la recente notizia data sempre dal Domani sulla compravendita di un immobile da parte dei familiari di La Russa e Santanchè rientrasse tra le Sos.

Fra i primi a intervenire sul caso, che ha tutto il potenziale per diventare esplosivo, c’è stato Renzi: “Lo so, lo so. Chi ha letto Il mostro non si scandalizza più di niente. Ma l’oscura vicenda che ruota attorno a una denuncia di Guido Crosetto è comunque allucinante. Chi utilizza segreti e dossier come forma di killeraggio politico contro avversari politici? Ne vedremo delle… brutte. Intanto solidarietà al ministro Crosetto per questa Killeropoli”, ha scritto su Twitter il leader di Italia Viva.

Pubblicato da edizioni24

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