Di Battista lancia la nuova proposta politica alla Raggi: “La vorrei con me. Al M5s sono solo sudditi”

Di Battista chiama Virginia Raggi. Tanto per cambiare, l’ex grillino girovaga nelle piazze italiane per parlare di tutto:  Quirinale, vaccino, progetti politici. E vuole l’ex sindaco di Roma nella partita. Di fatto apre a un nuovo movimento di cui si parla da tempo. Ma prima di avere picchiato durissimo i suoi ex colleghi M5S. Aumentano le voci riguardo a un suo ritorno in campo, scrive il Corriere della Sera che lo intervista porgendogli la domanda di rito: se si votasse nel  2022, è pronto a correre per il Parlamento? La risposta è vaga: «Faccio battaglie politiche insieme a migliaia di cittadini ed è il miglior modo per costruire. Poi si vedrà».

Nel “poi si vedrà”  prende però corpo l’idea di un nuovo movimento. Virginia Raggi giorni fa disse che Di Battista “va ascoltato”. «Sento spesso Ale. Le sue idee sono sempre ambiziose e va ascoltato. Con lui ho un rapporto diretto e trasparente che va anche oltre la politica. Cosa vorrà fare lo dirà lui»: erano state le parole dell’ex prima cittadina di Roma che nella stessa intevista non nascondeva di sentire spesso anche Grillo.  «La ringrazio. Sono sempre più convinto che abbiamo perso una grande sindaca», le risponde dalle colonne del Corriere Di Battista. Al quale confida che gli piacerebbe l’idea di cooptarla:«Qualora ci fosse un progetto assolutamente sì».

Del resto, con i suoi ex compagni di strada non c’è possibilitò di costruire nulla. E’ spietato Di Battista: “Un anno fa affermava che i 5 Stelle, sotto la reggenza Crimi, erano diventati come l’Udeur. È ancora così?”- gli chiede Emanuele Buzzi. «L’Udeur toccava più palla. Il M5S oggi è drammaticamente irrilevante». Il movimento a guida Conte è colpevole  non solo di essere schiacciato sul Pd. Peggio: «Più che sul Pd sono sudditi più o meno inconsapevoli del Draghistan». Con Virginia, dice chiaro, sarebbe ben diverso. Ora si attende la decisione di Grillo, che per ora non parla e, quando lo fa, non fa altro che sminuire Conte. Qualla frase di Di Battista (“qualora ci fosse un progetto”)  lascerebbe initendere che mancherebbe solo la “benedizione” del fondatore del M5S per “officiare il rito”. Sarebbe un mutamento di schema molto interessante.

Anche lui irride Giuseppe Conte che ha fatto marcia indietro sulla scelta di non partecipare a programmi Rai. «Se si crede in una decisione la si porta fino in fondo», commenta. Ma è tutta la politica dell’ex partitto anti-Casta a gridare vendetta, afferma. Alla domanda: cosa dovrebbe accadere per convincerla a rientrare nel M5S, Di Battista è ultimativo «Dovrebbero disconoscere il 90% di quello che hanno fatto in questi ultimi 9 mesi. Non credo che abbiano il coraggio di farlo». Sogna al Quirinale  «Gustavo Zagrebelsky. Al Paese serve un amante della Costituzione», dice. specificando che all’epoca «trovai indecente la rielezione di Napolitano».

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