Collegno, sentenza storica: uccise il babbo per difendere la mamma e il fratello. Assolto senza se e senza ma: il fatto non costituisce reato

Assolto perché il fatto non costituisce reato.  È finito il calvario giudiziario di  Alex Pompa, il ragazzo di 18 annui che il 30 aprile del 2020 a Collegno uccise a coltellate il “padre-padrone”. Lo fece  per difendere la mamma e il fratello di 21 anni dalle violenze del genitore. Il verdetto della Corte d’Assise di Torino è arrivato al termine di una lunga camera di consiglio durata quasi 6 ore.

Il pm, Alessandro Aghemo, al termine della sua requisitoria si era detto ‘costretto’ a chiedere 14 anni di carcere per il ragazzo. Il legale di Alex, Claudio Strata, invece ha chiesto l’assoluzione piena invocando la legittima difesa. In aula ad ascoltare la lettura della sentenza, la mamma del giovane, Maria, e il fratello Loris, che hanno seguito tutte le udienze del processo. A fianco dei familiari, oggi in aula, anche Rinaldo Merlone, ex preside della scuola frequentata da Alex ai tempi dell’omicidio. E l’imprenditore trevigiano, Paolo Fassa, che si è messo a disposizione per aiutare il giovane dopo aver sentito la storia di Alex in tv e i giudizi positivi dei suoi insegnanti.

“È tutto così strano, non ho avuto ancora il tempo per metabolizzare. Vvoglio solo andare a casa, è stata una giornata intensa, pesante, solo a casa saprò metabolizzare”. Sono le prime parole di Alex Pompa dopo la lettura della sentenza di assoluzione piena perché il fatto non costituisce reato.

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