Daniele appoggia la tesi dell’assessore: “Staneremo i furbi che non pagano la folletto, non pagano la mensa dei figli, vengono protestati, scappano con il bottino dei fitti sotto al braccio, e poi vanno dal parrucchiere e camminano con le Hogan da 300 euro al piede. Non c’è nulla da fare: la mamma dei fessi è sempre incinta”

By Gaetano Daniele

Troppe famiglie non pagano la mensa dei figli. Adesso basta. Le convocheremo tutte e staneremo chi fa il furbo. Non lo dico io, ma l’assessore comunale all’Istruzione Margherita Patti che ha in mano i fogli con i nomi dei morosi, una fila lunga sette pagine con debiti singoli che arrivano anche 1800 euro. E in tutto superano i 700 mila.

La situazione è complicata da una clausola del contratto con la ditta Alessio che fornisce i pasti: prevede che in caso di morosità, se la società non riesce a riscuotere il suo credito, il Comune deve pagare o sospendere il servizio. Cioè negare il pasto ai bambini. Una vergogna nella vergogna. E dire che ci sono addirittura mamme che contraggono debiti per non aver pagato finanche la “Folletto”, vengono protestate, lo raccontano loro, ma non rinunciano al parrucchiere e alle scarpe costose magari per fare colpo. Roba da brividi.

E di pochi giorni fa il caso di una scuola in Brianza in cui i figli di famiglie morose si devono portare il pasto da casa e consumarlo fuori dal refettorio. «Gli scolari non c’entrano nulla e non voglio permettere che siano loro a pagare l’inciviltà dei genitori. Non intendo sospendere il servizio però non ci fermeremo qui» promette l’assessore Patti.



Tra il 2006 e il 31 dicembre scorso il totale dei buoni mensa non pagati ammontava a 705 mila euro. La convenzione stipulata nel 2010 nella gara d’appalto tra Comune e ditta fornitrice dei pasti prevede che la riscossione sia a carico della società ma se dopo aver fatto tutto il possibile questa non riesce ad avere quanto le spetta allora il Comune deve intervenire pagando al posto delle famiglie morose o sospendendo il servizio. «Stiamo verificando che effettivamente sia stato eseguito tutto quanto previsto per ottenere il pagamento – aggiunge Giorgio Dulio, assessore al Bilancio -. Poi intendiamo verificare quali siano i morosi incolpevoli e quali, invece, che possano pagare e semplicemente non lo fanno perché hanno altri … interessi per la tesra. Possiamo prevedere rateizzazioni ma tutti devono estinguere il loro debito».

Ci sono stati incontri informali con la ditta Alessio che ha nominato un suo legale e ha fatto presente al Comune anche l’eventualità di sospendere il servizio: «Ci sono altri percorsi – commenta Patti -. Convocherò le famiglie e chiederò aiuto ai dirigenti scolastici per individuare le famiglie in difficoltà che non pagano perché proprio non possono».

Per le altre, però, il Comune non intende più chiudere un occhio: «In passato si è lasciato crescere un debito sino a una misura che ormai è intollerabile – continua Patti -. Chi non paga pesa su tutti e non è giusto».

Come agire è in discussione in commissione: «Innanzitutto faremo un regolamento di accesso alla mensa – sottolinea Patti – che adesso non c’è. L’ipotesi allo studio per i morosi colpevoli che continuano a non voler pagare è la non iscrizione alla mensa: il servizio non si interrompe ma all’inizio dell’anno successivo non viene più rinnovato e la domanda di accesso non è accolta».

Insomma, è deplorevole come una mamma, che lamenta protesti finanche per non aver pagato finanziamenti pure per una Folletto, e poi le su vede sempre tinte e pinte sui social come se da poco avessero lasciato il parrucchiere. Entrano ed escono per locali. Camminano con tacchi disinvolte, magari anche con scarpe costose, e non si vergognano di non far fronte alle esigenze dei propri figli. Che faccia tosta. Le staneremo una ad una. E questo è quello che sappiamo. Non osiamo immaginare quello che potrebbe emergere dai loro retroscena passati e futuri. Meglio stendere un velo pietoso e pensare realmente a quei tanti bambini e a quelle tante famiglie in difficoltà che realmente non riescono a combinare il pranzo con la cena. Altro che parrucchiere, localini e maritini tinta pinta e cavalieri.

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