Daniele: “Più manganelli più ordine. E candidare la Salis è vergognoso, degno di una sinistra malata”

By Gaetano Daniele

Il manganello come difesa dai violenti è necessario. È uno strumento didattico deputato a sopperire alle deficienze di famiglie incapaci di educare e, nel caso specifico, esso ha fornito una lezione che mi auguro (ma ne dubito) sia stata colta da giovani che non hanno acquistato né il senso del limite né la consapevolezza che l’esercizio di un diritto, quello di manifestare il dissenso, non può né deve comportare il ricorso alla violenza e alla prepotenza. Poi se qualcuno non è d’accordo con il mio pensiero andasse tranquillamente affanculo. Corre l’epoca dove Ilaria Salis, una signora che nonostante mi sia indifferente, ci ha già rotto i coglioni, dopo essere andata in Ungheria, pare, secondo le accuse, per picchiare dei giovani di destra, evidente che non solo non aveva niente di meglio da fare in Italia, ma soffrirà pure di qualche disturbo ideologico, sarà candidata alle prossime elezioni europee con Alleanza Verdi Sinistra. Un premio per riportarla in Italia. La sinistra ha sempre tenuto a cuore i violenti. Mi auguro che non riesca a ottenere il seggio in Europa, perché sarebbe una vergogna per l’Italia.

Infatti, tornando agli scontri in Italia, gli studenti, contrariamente a quanto alcuni narratori vorrebbero farci credere, non sono stati aggrediti dalla polizia, ci mancherebbe altro! Sono stati i primi ad assaltare agenti, a tentare di fare irruzione in un commissariato e pure nel rettorato dell’università, sono stati loro a danneggiare persino le auto della polizia e a prendere a pugni un dirigente. Insomma, c’è chi ha il naso spaccato. E questi atti hanno determinato inevitabilmente una risposta da parte di quegli operatori della sicurezza i quali hanno il compito di garantire l’ordine e tutelare la cittadinanza. Penso che i risultati di questo match siano emblematici: 27 sono gli agenti feriti. Quanti gli studenti feriti? Risposta: nessuno. Che poi vedendo bene i video, i facinorosi sono sempre gli stessi: 4 imbecilli guidati da una certa politica di sinistra che aizza gli scontri per poi gridare alla repressione da parte di un governo di destra a guida Meloni. Nonostante sia una strategia “vecchia” viene riproposta ad ogni occasione come nuova.

Gli agenti si sono difesi con gli scudi e hanno cercato di ripristinare l’ordine con il manganello. Cosa avrebbero dovuto fare? Farsi sputare in faccia, far sfondare il muro e aprire le porte del Commissariato, e magari farselo mettere pure in culo? E magari stendere un tappeto rosso. Vorrei che ce lo spiegassero coloro che si dicono scandalizzati da quello che definiscono “squadrismo di destra”. È questo che avrebbero dovuto fare le forze di polizia, ovvero sottomettere lo Stato al cospetto di 4 coglioni mal organizzati?

Non sono d’accordo, come non posso condividere il pensiero di chi sostiene che contro i giovani il manganello non andrebbe usato, in quanto questo sarebbe sintomo di una sorta di fallimento dello Stato, come se il nostro ordinamento ammettesse che la violenza possa essere adoperata entro un certo limite di età senza che ciò produca conseguenze a carico di chi pone in essere condotte criminali, sovversive, pericolose.

Lo Stato molle, dove prospera il disordine, dove dilagano caos e leggi della giungla, uno Stato che lascia correre, che non fissa limiti e divieti, che non impone il rispetto delle norme fondamentali del vivere civile, favorisce le mafie.

Dovremmo smetterla di definire con termini gravi quale fascismo la pretesa dello Stato di imporre il rispetto delle regole e di garantire la quiete pubblica. L’utilizzo del manganello da parte degli agenti in situazioni potenzialmente rischiose e tese, come quella che si è creata a Roma qualche giorno fa, non è un abuso, non è squadrismo, non è sopruso, bensì è la legittima risposta dello Stato a qualcosa che minaccia la democrazia e i suoi valori.

Infine, non facciamoci incantare dalle sirene, dalle insegne, dalle bandiere colorate, dagli slogan. Gli studenti a Roma non predicavano né chiedevano la pace. Essi predicavano l’odio contro Israele e il suo popolo nonché l’esclusione e l’isolamento di questo Stato, membro effettivo e riconosciuto della comunità internazionale, e della sua gente da qualsiasi iniziativa didattica, culturale, umana e sociale. Queste manifestazioni colorate di rosso, non sono avvenute quando hamas ha sterminato innocenti civili israeliani.

Se fascismo c’è nei fatti di Roma, io lo ravviso, corredato di nazismo e antisemitismo, negli studenti coinvolti nell’assalto e non nelle nostre forze di polizia, che non possono essere reputate ree di avere compiuto quello che sono chiamate a compiere con quei blandi strumenti di protezione che hanno a loro disposizione non per salvaguardare loro stessi bensì la comunità. Altro che manganello. Se non sei autorizzato ad entrare in casa mia, come all’università o in Commissariato, e tenti di forzare il blocco, non sei democratico, e se ti rompo la testa sto difendendo un diritto. Il fascismo non c’entra un cazzo. E se proprio mi vuoi definire fascista con la speranza di impressionare qualcuno per raccattare qualche voto, meglio fascista che burattino. Magari manipolato da una certa sinistra.

Pubblicato da edizioni24

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