Daniele: Dopo le comiche di Palazzo sulla elezione di Mattarella, all’italiana: “tengo famiglia”, l’unica realtà politica è quella di Giorgia Meloni

By Gaetano Daniele

Dopo le comiche di Palazzo sulla elezione di Mattarella, all’italiana: “tengo famiglia”, l’unica realtà politica è quella di Giorgia Meloni.

Ormai è più che evidente che nel sistema politico italiano sopravvivono solo due vere leadership: quella tecnocratica di Mario Draghi e quella idealistica di Giorgia Meloni. Quest’ultima capo saldo e punto fermo sulla linea politica nel quale i cittadini trovano sempre più riscontri.

Sakvini ha deluso. Piu volte. Ingenuo, vanitoso e incapace, che inanella la seconda Caporetto, dopo quella del Papeete; i vari Letta- Conte-Salvini-Berlusconi? Già prima della catastrofe quirinalizia non erano in grado di esercitare una vera leadership. Un quadro in cui, appunto, solo Draghi e Meloni, su terreni diversi, fanno salva la loro forza, sebbene di Draghi ammetto di non saper dire con nettezza come ne esca rispetto alla capacità di dettare la linea nel governo. Resta sempre un tecnico tirato per la giacchetta da chiunque si svegli una mattina con il mal di pancia.

Alle volte penso che Draghi potrebbe finalmente fare le riforme di cui abbiamo bisogno, infischiandosene dei calcoli elettorali dei partiti che sostengono il suo governo. Altre volte, invece mi capita di pensare: così come ha finto di essere indisponibile alla rielezione, Mattarella potrebbe star fingendo di voler durare 7 anni, mentre in realtà è pronto a farsi da parte, e aspetta soltanto che maturino le condizioni per cedere il posto a Mario Draghi. In questo secondo caso, addio riforme coraggiose: l’esigenza di conservare l’appoggio dei partiti impedirebbe a Draghi di fare ciò per cui in tanti lo hanno inchiodato a Palazzo Chigi. I soliti giochini di palazzo che nulla hanno a che spartire con le riforme e tutto con: “io tengo famiglia”.

In sintesi il Parlamento si è auto-esautorato per salvare capre, cavoli e stipemdi, pensioni, piccoli privilegi e narcisismi. Il duopolio Draghi-Mattarella non è frutto di un colpo di Stato, ma del suicidio della politica. Una sorta di moderna e spensierata allegria di naufragi, per dirla con la poesia di Ungaretti. Attenzione, però, il distacco che ormai si avverte sempre più forte tra cittadini e Palazzo non riguarda tanto il sistema in sé quanto le personalità che lo incarnano. La mia impressione è che la gente non ce l’abbia con il parlamentarismo, ma con questi parlamentari, e con i mediocri cacicchi che tentano (invano) di guidarli. Usiamo il termine esatto: accozzaglia.

Ora dipenderà dal centrodestra, e ancora di più dalla legge elettorale. Questa sconosciuta. Se Forza Italia e i centristi, magari con l’assenso più o meno tacito di Salvini, riusciranno a imporre il proporzionale, andiamo verso un regime consociativo, con partiti sempre verdi permanentemente al governo, e partiti ruote di scorta, In concreto: Pd e Forza Italia sempre al governo, Lega e Cinque Stelle un po’ dentro e un po’ fuori, FdI e frange estremiste eternamente out.

Anche se dalle ultime proiezioni Giorgia Meloni sta raggiungendo picchi sempre più alti, cresce, piace, è coerente. Granitica. E sarebbe un bel paradosso se Fratelli d’italia dovesse crescere ancora un po’, potremmo trovarci con un sistema politico in cui il partito più votato non ha mai accesso al governo. L’altro scenario è quello che il centrodestra si ricompatti, o meglio si ristrutturi, e il sistema resti bipolare. Ma questa eventualità non è probabile, perché richiede il verificarsi di almeno tre condizioni: primo, che non si torni al proporzionale; secondo, che Salvini ceda lo scettro a Giorgia Meloni; terzo, che Giorgia Meloni abbia il coraggio di riposizionare FdI, e per questa via riesca a rifondare il centrodestra. Quanto a Forza Italia, invece, si sta avviando a diventare il Partito della minigonna corta, ovvero la costola moderata e ragionevole del centrosinistra, un progetto che richiederà il ritorno al proporzionale.

Insomma, detta in breve, ci vorrebbe una Giorgia Meloni per ogni comune. Una Giorgia Meloni per ogni regione. Una leader seria alla guida della nazione. È una donna. Ha una marcia in più. E potrebbe mettere in riga molto Galli.

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