Daniele: “Di fronte al codice etico del pd ci strofiniamo gli occhi”

By Gaetano Daniele

Di fronte al codice etico del Pd, rimango emozionato. Mi strofino gli occhi, li riapro, ma lo scritto che leggo, rimane. La soluzione ai problemi morali del Partito Democratico in Piemonte, in Puglia e in Campania (per ora) sarebbe un codice etico annunciato dalla segretaria Elly Schlein portato avanti dal senatore Antonio Misiani: una rivoluzione morale e trasparente che si accoda ad altri codici etici e statuti vari che si sommano ai vari collegi del probiviri, al comitato dei garanti, al codice di autoregolamentazione, alla legge anti corruzione e al codice antimafia varato da Rosy Bindi. Berlinguer si starà rivoltando dalla tomba.

I primi passaggi del nuovo codice etico fanno pensare che sia tutto uno scherzo, invece no, qui si fa sulserio: ogni candidato dovrà fornire un certificato penale, che rivoluzione, io poi mi domando chi è quel genio che pur avendo il casellario giudiziario macchiato decida poi di candidarsi, pensavamo fosse una regola per tutti i partiti, invece no. Ah, poi dovrà impegnarsi a denunciare condizionamenti tipo il voto di scambio o tentativi di corruzione. In sintesi, il ladro dopo essere stato beccato con le mani nella marmellata, lascia pensare, attraverso questo codice etico, di essere puro. Fenomenale.

Nota: siccome il non denunciare equivale a violare la legge, soprattutto se si è pubblici ufficiali, il Codice etico in pratica dice semplicemente che non bisogna compiere reati. Più che etico, è il codice penale. La neo rivoluzione morale, comunque, andrà a fondersi col citato codice antimafia del 2011 e gli eletti, apprendiamo, si impegneranno affinché gli enti locali adottino meccanismi di trasparenza amministrativa e di lotta alla corruzione e al condizionamento delle organizzazioni criminali. Come se, in precedenza, gli eletti potessero adottare l’opacità come regola e fottersene della corruzione e delle mafie locali. Nel fondersi col vecchio codice etico del 2008, ancora, al punto 3, si specifica che le donne e gli uomini del Pd si impegnano a svolgere campagne elettorali con correttezza e un uso ponderato delle risorse, finanziate in modo trasparente e sempre accompagnate da un rendiconto finale. Fondamentale anche questo: prima i piddini evidentemente pensavano di poter spendere e spandere a proprio piacimento, come miliardari russi, e senza dover rendere conto di niente a nessuno. Ma ora il codice etico risistemerà le cose.

È evidente che sono tutte cazzate: le candidature resteranno decise dai segretari e dai rapporti di forza nel partito. Indagati, rinviati a giudizio, condannati nei vari gradi, assolti ma chiacchierati, parenti e mogli e amichette, supplenti processate a Budapest: a decidere, pur impantanata nei propri moralismi, resterà la politica, o quel che ne rimane di un PD ormai alle battute finali, alle rimostranze.

Pubblicato da edizioni24

Pubblicato da ith24.it - Per Info e segnalazioni: [email protected]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.