Una lettera. Un messaggio ben preciso. A scriverla è Salvatore Cappello, ex boss mafioso catanese che è stato condannato all’ergastolo, indirizzata al presidente Sergio Mattarella con una richiesta ben precisa. “Chiedo di essere fucilato nel cortile dell’istituto, così la facciamo finita perché, dopo 24 anni, non voglio più morire tutti i giorni, ma una volta sola”.
Capello non regge più il regime di carcere duro del 41 bis, da qui la richiesta di ‘grazia’ al capo di Stato. “Non intendo impiccarmi o suicidarmi – ha chiarito – perché l’ho visto fare tante di quelle volte che non voglio pensarci. Siete voi che dovete eseguire la sentenza perciò chiedo che venga eseguita tramite fucilazione nel cortile dell’istituto”.
Una richiesta avanzata anche per la famiglia: “Lo faccio anche per loro, per non dargli più problemi. Sa cosa vuol dire ricevere un telex che dice che tua figlia è ricoverata in fin di vita, vedi se puoi telefonare? No, al 41 bis non posso chiamare. Se avessi ucciso un bambino anziché essere ‘mafioso’ (lui sostiene di non aver ucciso nessuno, ndr) allora potevo telefonare, chiedere colloqui e tutto. Questa è la legge italiana. Signor Presidente, sono 23 anni che non ho una carezza dei miei genitori, che non abbraccio i miei figli, che non tocco la mano di mia moglie, perciò – conclude l’ex boss – mi chiedo ‘è questa la vita che devo fare fino alla morte?’. E allora facciamola finita subito, fucilatemi e non restituite il corpo alla mia famiglia, sarebbero per loro altri problemi”.
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