Crosetto asfalta Grillo, con passamontagna o senza: “c’è poco da dire, nulla che gli importi. Merita indifferenza”

Mentre imperversano le polemiche sull’invocazione di fuoco che Grillo ha lanciato ieri dal palco della manifestazione del M5S. E con il pd sul piede di guerra contro la sua segretaria Elly Schlein – che ancora non ha preso le distanze dalle affermazioni sconsiderate urlate dal palco capitolino – dal centrodestra Guido Crosetto cala un pietoso velo sull’operazione “ammuina” inscenata dal leader pentastellato. Dal ministro della Difesa arriva via social la sentenza lapidaria che, nei pochi caratteri che Twitter consente, smonta le velleità propagandistiche dell’ex comico, urlate a squarciagola. E veicolate con parole che evocano tempi bui della nostra Repubblica. Messaggi rilanciati ancora oggi con un’ennesima provocazione arrivata con la pubblicazione sui social della foto di un uomo in passamontagna che brandisce un cartello con su scritto “Brigate di cittadinanza. Reparto d’assalto”.

Tutte invocazioni ed evocazioni raggelanti. Tutte mosse mirate, a detta di Crosetto, soprattutto a fare scalpore e a battere un colpo in nome di un ultimo delirio con cui farsi notare. «Era scomparso, fuori dai radar. Ha poco da dire e di nulla gli importa – esordisce il ministro nel suo tweet –. Ma deve guadagnarsi il “vitalizio” di partito. Allora si inventa brigate e passamontagna. Cosi può tornare a casa in Sardegna e lasciarci a commentare. Merita solo indifferenza. E non fa nemmeno più ridere»… Anzi: questa sua pervicace ostinazione a reiterare nell’insulto e nella sollecitazione a mobilitarsi “contro”, mostrano solo quanto il linguaggio dell’antipolitica sia ormai logoro oltre inefficace. E finanche caduto in disgrazia. Un lessico finito in disgrazia come i suoi cantori grillini, che in queste ore di polemiche che divampano – e di altra benzina buttata sopra per rinvigorire le fiamme – gli esponenti di centrodestra delegittimano con chiara determinazione. E, soprattutto, con la forza dei fatti.

Così, con Beppe Grillo che, non solo non lascia, ma con virulenza iconoclasta, raddoppia la provocazione postando sui social la foto di un uomo che indossa un cappello mimetico, una giacca militare, una maglietta con il simbolo del M5S e il fatidico passamontagna, il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, rileva in una nota: «Anziché evocare la povertà, meglio farebbe il duo giallo-rosso a dire cosa intende fare per contrastarla. Potrebbero Conte e Schlein andare a lezione dal governo Meloni che può vantare, anche se insediato da pochi mesi, il record di occupati». E invece, prosegue Foti, «entrambi tacciono per il ritorno ad un linguaggio truce che, tra un’incitazione alle brigate e all’utilizzo di passamontagna, ci rimanda ad un passato tragico… Le parole di Grillo sono vergognose e indecenti. Si vergogni e chieda scusa agli italiani»

La polemica imperversa, si diceva, e con l’ultima foto social Grillo butta altra benzina sul fuoco. Un fuoco su cui il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato, rileva: «Grillo evoca il passamontagna, richiamando nella memoria collettiva gli anni del terrorismo. I magistrati politicizzati vorrebbero mettere il bavaglio al Parlamento, presunte autorità che nulla producono per migliorare il Paese, si illudono di assumere il potere legislativo che spetta alle Camere. Ma Forza Italia non si lascia intimidire. E risponderà con la forza tranquilla della democrazia per affermare il primato dei valori della libertà».

Un delirio, quello di Grillo, che in queste ore anche Augusta Montaruli, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, ha rispedito al mittente. Sottolineando: «La foto pubblicata da Beppe Grillo è peggio ancora delle parole pronunciate ieri, già di per sé gravi. Perché associare il passamontagna ai temi del lavoro riporta a stagioni di violenze e dolore che nessuno vuole più vivere». Nessuno, «tranne chi non ha più argomentazioni. Grillo sta facendo una parabola da comico a Joker. Alla fine però vincono i bravi. Ed è per questo che gli italiani hanno abbandonato i Cinquestelle», aggiunge la Montaruli, concludendo: «Per fortuna ci pensa Grillo a ricordare a tutti i fallimenti pentastellati, nei metodi rappresentati dal suo Garante e nei contenuti, di chi chiama a raccolta contro la precarietà, che lui stesso ha creato ammazzando il mercato del lavoro. Lavoro che è resuscitato solo grazie al Centrodestra, come i dati inconfutabilmente dimostrano».

Lapidario, infine, anche Maurizio Lupi. Il leader di Noi Moderati, intervenendo sul dibattito in corso – e in riferimento a parole e scatti social rivendicati da Grillo con tanto di didascalie a margine su supposte brigate «Riparazione panchine», e quelle «dei tombini e dei marciapiedi» – ha commentato netto: «Chi fa lavoretti per il bene comune e pulisce giardinetti non ha bisogno di passamontagna. Levocazione di Grillo al suo uso è un incitamento alla violenza. Violenza che, come diceva Isaac Asimov, è l’ultimo rifugio degli incapaci. E anche degli imbecilli»…

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