“Chiediamo perdono per silenzio colpevole”. Meloni a Basovizza ricorda le Foibe

By Francesca Galici

Oggi, 10 febbraio, è il Giorno del ricordo. Una data istituzionale per mantenere viva la memoria sugli orrori delle foibe e sul dramma degli esuli istriani. “Il mio pensiero va ai martiri delle Foibe e agli esuli di Istria, Fiume e Dalmazia”, ha scritto il premier Giorgia Meloni, che quest’oggi si è recata al Monumento nazionale Foiba di Basovizza, a Trieste, per partecipare alla cerimonia solenne. In rappresentanza del governo anche il vicepremier Antonio Tajani, il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, il ministro dello Sport Andrea Abodi, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. Presente anche il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga. Il premier ha deposto una corona di alloro, soffermandosi qualche minuto in raccoglimento.

In questa giornata simbolica, alla città di Trieste è stata conferita la medaglia d’oro al valore militare: “Subiva con fierezza il martirio e la strage delle foibe non rinunciando a manifestare il suo attaccamento alla Patria. Con tenacia, con passione e con nuovi sacrifici di sangue ribadiva davanti al mondo il suo incrollabile diritto di essere italiana”. Successivamente, monsignor Marino Trevisini, vicario generale della diocesi di Trieste, ha celebrato la messa in suffragio dei caduti di tutte le foibe. “Quale giustizia umana“, si è chiesto il monsignore, “potrà render conto degli orrori delle foibe”. La vera giustizia, ha proseguito, “viene da Cristo che ci rende partecipi di una giustizia eterna. Tanti nel momento dell’agonia si saranno a rivolti a Dio dicendo ‘ricordati di me'”. Anche in loro nome, ha concluso, “diciamo ‘ricordati di tutti quelli che sono morti, che hanno subito oltraggio, ricordati di loro’. Anche noi a loro nome diciamo al Signore ‘ricordati’ e siamo certi che il Signore a ciascuno dirà ‘oggi sei con me in paradiso'”.

Intervenendo durante la commemorazione, Meloni ha ricordato di aver fatto visita a Basovizza “da ragazza quando lo facevano in pochi perché farlo significava essere additati, accusati, isolati. E sono tornata da adulta a celebrare finalmente quel giorno del Ricordo che spazzava via una volta per tutte la congiura del silenzio che per imperdonabili decenni aveva avvolto la tragedia delle foibe e il dramma dell’esodo nell’oblio dell’indifferenza”. Definisce quello come “un luogo del cuore” e ha confermato che a Roma nascerà un museo nazionale dedicato alla tragedia delle foibe.

“Torno qui con qualche ruga in più e qualche responsabilità mai immaginata per assumermi un impegno solenne, fare la mia parte perché venga trasmesso ai nostri figli il testimone del ricordo“, ha proseguito il premier non senza commozione. Il momento più toccante è stato quando Meloni ha chiesto “perdono a nome delle istituzioni di questa Repubblica, per il colpevole silenzio che per decenni ha avvolto le vicende del nostro confine orientale, oltre che per rendere omaggio a tutti gli istriani e i giuliano-dalmati che per rimanere italiani decisero di lasciare tutto, per restare con l’unica cosa che i comunisti titini non potevano togliere loro: l’identità”

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