Caro-benzina, il governo non ci sta e frena gli aumenti

Il caro-vacanze si abbatte anche sul costo dei carburanti, benzina e diese: l’allarme è scattato soprattutto e prevalentemente sulle autostrade con picchi addirittura di 2,5 euro al litro nella modalità “servito”. Se è vero che c’è chi approfitta delle partenze degli italiani per specularci, la situazione media nazionale non è assolutamente così critica e i prezzi medi sono ben diversi e ben al di sotto dei 2 euro al litro come ha sottolineato il Mimit (Ministero delle Imprese e del Made in Italy).

Intervenuto al Gr1, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha spiegato che i “prezzi medi sono sotto controllo” e per quanto riguarda la trasparenza dei prezzi, Urso si è detto convinto che “con responsabilità tutti i gestori applicheranno da subito il tabellone con il prezzo medio. La trasparenza è il clima migliore per tenere sotto controllo i prezzi ed evitare” che qualcuno ne possa approfittare. Ma quanto costano in città i carburanti? Le ultime rilevazioni della settimana scorsa ci dicono che i prezzi medi sono di 1,89 euro al litro per benzina e 1,74 euro al litro sul diesel, valori che non hanno nulla a che fare con quanto registrato in alcuini casi sulla rete autostradale. Assoutenti, nelle parole del suo presidente Furio Truzzi, ha spiegato che “i prezzi a 2,5 euro al litro sono casi limite ma non è certo questo il problema. La questione principale è la forte salita dei listini in occasione delle partenze estive degli italiani”.

Sull’argomento è intervenuto il garante per la sorveglianza dei prezzi, Benedetto Mineo, che nel corso della conferenza stampa sui prezzi dei carburanti e sull’obbligo di esposizione dei prezzi medi dal 1° agosto ha dichiarato che sui prezzi dei carburanti “registriamo che non ci sono speculazioni”.

Il motivo degli aumenti sulle pompe di benzina ha un motivo che non ha a che fare con il nostro Paese. “L’attuale crescita del prezzo medio, di circa 0,03 euro al litro nella scorsa settimana è determinata da quanto si sta osservando nei mercati internazionali, a causa dell’aumento delle quotazioni sia del petrolio sia dei prodotti raffinati”, ha spiegato il Mimit. Oltre a questi motivi, si sono verificati altri motivi che in contemporanea hanno fatto innalzare le cifre del petrolio, ossia la riduzione di scorte negli Stati Uniti e lo stop di alcune raffinerie europee unite a una domanda molto forte: ecco che le tensioni internazionali hanno fatto accrescere le quotazioni ma il nostro Paese rimane uno dei più virtuosi dal momento che in rincari maggiori si sono avuti, ad esempio, in Francia e Germania. “Oggi il nostro prezzo industriale della benzina è inferiore di 4-5 centesimi rispetto a questi Paesi, con punte di quasi 7 centesimi per il gasolio”, ha spiegato l’Unem, Unione Energie per la Mobilità.

È innegabile, però, che si assiste a forbici ampie tra i diversi gestori che scelgono liberamente il prezzo da praticare. Perché accade questo? È chiaro che in autostrada le concessioni costano di più e, di conseguenza, le differenze con le città ci sono da sempre. E poi, la modalità servito costa di più del self-service perché va pagato il dipendente della stazione di servizio. Esistono ormai alcune app che consentono di monitorare, comodamente, le pompe di benzina più economiche e quelle più vicine a dove ci troviamo: basta selezionare le giuste opzioni per risparmi che, nel tempo, possono essere importanti.

In ogni caso, anche la Guardia di Finanza e l’Antitrust sono al lavoro per fare chiarezza su eventuali speculazioni dei gestori come accaduto nel recente passato. Il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli, ha spiegato che è inaccetabile pagare 2,5 euro al litro in autostrada e che i consumatori devono stare alla larga “dai distributori con prezzi così elevati”, come ha dichiarato al Messaggero.

Come ha spiegato il ministro Urso, dal 1° agosto avremo l’esposizione di un cartello che dovrà contenere obbligatoriamente quali sono i prezzi medi sulla regione oltre al prezzo medio nazionale sulla rete autostradale. Si tratta un ulteriore e importante aiuto in più per i consumatori per la trasparenza ma anche per evitare quei gestori che applicano prezzi più elevati del normale. Alla domanda se ci aspettano altri rincari, il prof. Massimo Nicolazzi, docence Economia delle risorse energetiche all’università di Torino, al Corriere ha affermato che “le quotazioni dipenderanno dall’evoluzione della domanda, in particolare della Cina”.

Pubblicato da edizioni24

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