Bocchino epocale a “In Onda”: “Perché volete togliere i diritti politici ad Arianna Meloni?” (video)

Scintille a “In Onda”. Ad Italo Bocchino, direttore editoriale del Secolo d’Italia tocca fronteggiare il plotone di esecuzione allestito dai conduttori Aprile e Telese su un doppio fronte: le critiche al ruolo di Arianna Meloni all’interno di FdI. E le critiche che l’ex direttore dell‘Economist – quotidiano  di proprietà di John Elkann – ha rivolto al governo italiano definendolo in crisi e lacerato dal “fuoco amico”. Ma non è serata per i conduttori, Bocchino li travolge fatti e dati alla mano. Soprattutto mettendo gli interlocutori davanti a considerazioni difficilmente contestabili. Da giorni c’è un accanimento mediatico contro la sorella del premier: si è voluto sancire un ruolo che svolgeva da anni – fin da ragazza- all’interno di FdI. Opposizioni e quotidiani di riferimento hanno cannoneggiato, fino alle discutibili vignette di Natangelo sul Fatto quotidiano. Tutto questo accanimento è “incomprensibile”, tuona il direttore del Secolo d’Italia.

Tutta questa canea è pretestuosa. “Anzitutto si tratta di un incarico all’interno di un partito, non di un incarico pubblico- spiega-. Eppure a sinistra si parla di nepotismo. Non solo, Arianna Meloni è impegnata in politica da quando aveva 17anni Ha iniziato ancora prima di sua sorella. Eppure, a tutti è consentito fare politica ma a lei no, perché è la sorella di Giorgia Meloni. È incomprensibile”. Incomprensibile e fuori dal mondo. Italo Bocchino cita una altro esempio celebre di fratelli che hanno iniziato insieme l’impegno politico. “Nella sinistra europea c’è l’esempio dei fratelli Miliband, diventati ministri dello stesso governo”. Telese ed Aprile rimangono un attimo spiazzati. “Soltanto che quando accade a sinistra è democrazia, è civiltà democratica. Mentre a destra è nepotismo. Non capisco per quale ragione Arianna Meloni sia l’unica cittadina italiana alla quale volete togliere i diritti politici” perché la sorella è primo ministro.

I conduttori si arrampicano sugli specchi. Ma anche sull’attacco dell’Economist al governo italiano Bocchino ha buon gioco sventolando un sondaggio di Lab21.01 che proprio il Secolo d’Italia ha pubblicato pochi giorni fa. Si evince dalla rilevazione che il il premier Meloni, proprio per  suo essere alternativo ai “poteri forti” trae, a un anno dall’insediamento a Palazzo Chigi, il più alto gradimento dai tempi di Silvio Berlusconi. I numeri:  la leader di Fratelli d’Italia si attesta al 59 per cento; contro il 41 per cento di Enrico Letta; batte il leader di Italia Viva Matteo Renzi 54 a 46 per cento e Giuseppe Conte 53 per cento a 47 per cento; pareggia con Mario Draghi. Solo Berlusconi ha la meglio, di misura, con il 52 per cento. Reazione in studio: la Aprile: “Ne parleremo domani”, taglia corto. Già, ironizza Bocchino: “Sempre domani quando non vi conviene”…

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