Bimba scomparsa, il video con Kata da sola che esce e rientra in cortile

Dopo giorni di silenzio e di ricerche senza sosta, della bimba scomparsa a Firenze da sabato scorso nessuna traccia. Ma spunta un video che la ritrae da sola mentre esce e rientra nel cortile dell’edificio dove abitava. Una novità che si inserisce a corredo delle informazioni di un ipotetico ultimo testimone, quanto “super” e attendibile hanno già detto le indagini e gli inquirenti al lavoro sul caso a dir poco complesso, su cui aleggia l’ombra del dubbio e dei sospetti. E tutto, a fronte di riscontri fin qui raccolti non ancora dirimenti. Finora, infatti, gli investigatori hanno preso nota di indicazioni e testimonianze al vaglio, rese da persone diverse. Ricostruzioni e informazioni che – riferisce tra gli altri oggi il Tgcom 24 a riguardo – «risulterebbero frammentarie e non coerenti fra loro».

Dunque, sul caso di Kata, la bimba di 5 anni scomparsa sabato scorso dall’edificio occupato in cui viveva con la mamma e il fratellino, l’ultimo presunto testimone avrebbe detto di aver visto un uomo portare via Kata «non dall’ingresso principale dell’Hotel Astor, ma da una via laterale». Dirigendosi poi verso il palazzo vicino, che proprio ieri le forze dell’ordine hanno perquisito e setacciato, senza trovare alcunché.

Più precisamente, l’uomo – di cui molti siti hanno dato notizia – avrebbe riferito di aver visto la bimba «trascinata via con la forza». La direzione indicata quella «oltre il cortile», verso il palazzo a fianco. Non solo. L’orario in cui collocherebbe la sua testimonianza sarebbe compatibile con quello della sparizione della piccola. Ovvero tra le 15 e le 15.30 di sabato pomeriggio. Quando le telecamere inquadrano Kata che si affaccia al cancellone dell’albergo e poi rientra. All’Adnkronos, però, fonti investigative dei carabinieri hanno negato fin qui l’esistenza del fatidico testimone.

Non solo. Nel frattempo i pm Christine Von Borries e Giuseppe Ledda hanno ascoltato alcuni dei minori che vivono nello stabile occupato a Firenze, l’ex Hotel Astor, tra cui il fratello maggiore di Kata, di otto anni. Dalle informazioni che sono emerse, sembrerebbe che i bambini avessero l’abitudine di giocare anche nella parte di edificio sul retro, dove non sono puntate telecamere di sicurezza, a differenza di quanto risultato invece sul cancello principale.

Ebbene, proprio dall’occhio digitale della videosorveglianza spunta un filmato ora all’attenzione degli investigatori. Il circuito di telecamere intorno all’ex Hotel Astor, infatti, ha registrato in un filmato la piccola Kata mentre lascia il gruppo di bambini con il fratellino e si dirige, da sola, verso la porta del cortile laterale, per poi rientrare nello stesso cortile. È quanto accade esattamente alle 15.01 di sabato 10 giugno, e quanto si apprende da fonti vicine agli investigatori.

La Direzione distrettuale antimafia, diretta dal procuratore aggiunto Luca Tescaroli, ha autorizzato la diffusione di un breve filmato, estrapolato da un video più ampio con le riprese del primo pomeriggio di sabato scorso. Nelle immagini si vede che Kata esce con tre bambini e un ragazzo più grande da un cancello: mentre gli altri ragazzi continuano a camminare, la bimba scomparsa rientra all’interno della struttura dell’ex albergo. Nel filmato compaiono anche due uomini adulti che non osservano il gruppo dei bambini, e sono impegnati a fare altro.

Una ricostruzione, quella dei momenti della scomparsa della piccola, che si trasforma ogni ora che passa in un puzzle sempre più difficile da comporre. Un mosaico giallo in cui le tessere di dati e testimonianze in forza agli inquirenti si incrociano anche con i tentativi dei genitori di Kata di suicidarsi. Gesti estremi che non hanno lasciato indifferenti chi indaga, alle prese con il dilemma tra una lettura in chiave di dolore e disperazione e la volontà di mandare un segnale. Ma a chi? E perché? Domande a cui gli inquirenti al lavoro sul caso sono chiamati a rispondere.

Interrogativi che, nell’analisi di tutte le piste possibili, partono comunque da una convinzione: il rapimento della bambina è un crimine da ascrivere alle tensioni vissute all’interno dell’ex hotel occupato. Il racket delle camere (e un possibile debito), con ogni probabilità. Ma forse anche altro: la vendetta per uno stupro avvenuto nei mesi scorsi? E, non ultima, la pedofilia. Chi opera sul campo non esclude nulla. Ma il tempo stringe e di Kata, al momento, non c’è ancora nessuna traccia… Intanto, anche stasera, ancora una volta, la comunità peruviana scende in piazza per ribadire che «i bambini non si toccano». E per chiedere di far sentire la propria voce per Kataleva anche partecipando semplicemente mettendo un lumino fuori alla finestra alle 21 di questa sera. Una ennesima richiesta di collaborare per fare luce su una vicenda buia e dolorosa.

Pubblicato da edizioni24

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