[Esclusiva] Forze Speciali, Argento a ith24: “Era un imboscata, poi quell’ordine di Corvo ci salvò la vita”

By Pistone

Il racconto è di Argento (nome in codice), il secondo in comando.

“Avevamo un informatore, non sapevamo se fidarci o meno. Il comandante, Corvo, ci disse di assecondarlo. Ma di tenerlo sotto controllo h24. Così facemmo. Il contatto ci disse che nel giorno x alle ore y, ci sarebbe stato un incontro tra alcuni terroristi e che all’interno del covo ci sarebbero state armi (RPG).

Che facciamo comandante? Nulla. Stiamo al gioco, rispose. Corvo era un camaleonte, una di quelle menti che in 18 anni di servizio non avevo mai visto. Uno di quei strateghi che riusciva sempre ad individuare i problemi prima di chiunque altro .Spesso veniva chiamato per pareri anche per situazioni al di fuori delle sue competenze. Poteva essere un’imboscata. Ma con Corvo ci sentivamo sicuri.

4 ore prima dell’incontro mi fu ordinato da Corvo di portargli il contatto. Così feci. Corvo iniziò ad inventarsi storie che non esistevano. Iniziò ad arrabbiarsi, divagava, parlava talmente veloce che a tratti non lo seguivo. Iniziò ad accusare la spia di aver ricevuto foto di lui con altri terroristi. Prese una busta e gliela diede: “dentro ci sono le tue foto con altri terroristi…. Aprila”. Il contatto iniziò a negare tutto: “io sto con voi. Io sto con gli americani, diceva”. Ma Corvo insisteva: “Cazzo, ho detto apri quella busta”. Il contatto iniziò a sudare freddo, camminava su e giù a piccoli passi, negava tutto. Ma dopo un tira e molla di circa 5 minuti, aprì la busta e dentro c’erano delle foto hard”. Scoppiammo tutti a ridere. Per noi il contatto era pulito. Così gli disse che era tutto ok e che ci fidavamo di lui e che saremmo andati a quell’incontro. Chiamò il comando e comunicò, sempre alla presenza della spia che era pulito ed affidabile. La risposta fu secca: “procedi”.

Iniziai a preparare gli uomini: teniamoci pronti, e portiamo a casa la pelle. Corvo mi ordinò di dar da bere al contatto e di farlo rilassare prima di partire per la missione. Mancavano circa 3 ore all’operazione quando dopo circa 20 minuti il comandante mi ordinò di richiamare il contatto, e quando arrivò ai piedi di Corvo ricevette un cazzotto che lo sbalzò a circa un metro mezzo da lui. Rimanemmo tutti di stucco, non capivamo. Il Comandante era esile ma quando colpiva faceva male. Il Primo in comando del Reparto diceva sempre: meglio un VCM di faccia che una lite con Corvo. E la cosa che mi meravigliava di Corvo era il suo spirito. Una volta lo vidi fare a cazzotti con due suoi colleghi di altri reparti e mentre gliele dava, e le prendeva, rideva. Poi finirono a bere in un Pub, anche se il Comandante andava a Sprite e Aranciata. Diceva sempre che l’alcol lo distoglieva dal nemico. L’alcol per Corvo era un nemico.

Il contatto, sanguinante iniziò a dire: perché, perché.. Li, in quel momento iniziai a capire che sotto c’era qualcosa che il comandante aveva nascosto anche a me e alla squadra, forse per far sembrare la cosa più verosimile. Prese una foto e la mostrò al contatto: hai mezz’ora di tempo per portarci da lui. Altrimenti quella del ppst sarà stata l’ultima figa che avrai visto. Era una imboscata. Il contatto era un doppiogiochista. Mentre parte dei terroristi era ad attenderci nel luogo dell’appuntamento, noi ci recammo a prelevare la mente. Fu un colpo senza precedenti”.

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