Covid, le origini del virus in Cina, ma Biden fa dietrofront: azzera l’indagine di Pompeo e riporta gli ispettori a Wuhan

Dietrofront, Biden ci ripensa. E dopo aver bloccato, all’indomani del suo insediamento alla Casa Bianca l’indagine avviata da Pompeo sull’origine del coronavirus localizzata nel laboratorio di Wuhan, ora annuncia di aver chiesto all’intelligence americana di «raddoppiare i propri sforzi per raccogliere e analizzare informazioni che ci possano portare ad una conclusione definitiva» sull’origine del Covid. Lo si legge in una dichiarazione del presidente Usa diffusa da Washington, in cui si precisa che Biden ha chiesto la consegna «entro 90 giorni di un rapporto» che dovrà indicare anche «ulteriori possibili direzioni di indagine. Con domande specifiche per la Cina».

Dunque, nella sua marcia indietro, Biden torna al punto di partenza: il laboratorio di Wuhan. Un luogo su cui negli ultimi giorni è tornata a concentrarsi l’attenzione internazionale degli scienziati. E addirittura, dopo aver esortato uno spirito collaborativo da parte di Pechino, incalza le autorità del gigante asiatico affinché, in assenza di risposte certe sul quel sito nevralgico, mai uscito dal cono d’ombra di sospetti e polemiche, la Cina fornisca prove documentali e indichi, semmai, suggerimenti alternativi validi. Tanto che, sempre Biden, nella sua dichiarazione afferma: «Gli Stati Uniti continueranno a lavorare con i partner in tutto il mondo per fare pressioni affinché la Cina partecipi ad un’inchiesta piena e trasparente» sulle origini del Covid. Ribadendo contestualmente la richiesta degli Stati Uniti per «un’inchiesta internazionale basata sulle prove scientifiche. E che fornisca accesso a tutti i dati e le prove rilevanti».

Eppure l’amministrazione Biden è la stessa che ha bloccato l’indagine avviata in segreto dal dipartimento di Stato di Mike Pompeo, nella fase conclusiva della presidenza Trump. Un’inchiesta intrapresa per provare che il coronavirus sia stato generato in un laboratorio cinese. Un precedente su cui è tornata oggi la Cnn che, citando fonti informate, ha spiegato come la nuova amministrazione questa primavera abbia deciso di sospendere l’inchiesta. Iniziata negli ultimi mesi della presidenza Trump. Ma finora mai resa pubblica. Una chiusura delle indagini che, secondo quanto ricostruito dalla Cnn, la nuova squadra di Biden al dipartimento avrebbe sentenziato avanzando dubbi sulla qualità del lavoro investigativo fatto. Un lavoro bollato semplicemente come «parte di una più ampia manovra politica di Trump. Una mossa tesa ad addossare alla Cina l’intera responsabilità della pandemia».

Rivelazioni, quelle della Cnn, che arrivano però in un momento in cui ha ripreso quota l’ipotesi dell’origine del virus in un laboratorio di Wuhan. Dopo che il rapporto dell’Oms dello scorso marzo aveva invece definito questa possibilità «altamente improbabile». E con le persone coinvolte nell’indagine avviata lo scorso autunno dall’ex segretario di Stato Pompeo, che difendono il loro lavoro. Un impegno teso a dimostrare che i programmi per le armi biologiche dei laboratori di Wuhan possano avere avuto un ruolo nell’origine della pandemia.

Stop e accuse di parzialità, segretezza e inefficacia, quelle inferte dall’amministrazione Biden all’indagine di Pompeo: considerata «fuorviante e non determinante» e effettuata sulla base di «presunte prove raccolte». Recriminazioni a cui, alcune delle persone coinvolte in quel lavoro di ricerca e di analisi, hanno replicato. Affermando che il loro lavoro si è basato sull’analisi di ricerche scientifiche ed informazioni dell’intelligence Usa a sostegno della tesi dell’incidente di laboratorio. Un presupposto, guarda caso, tornato in auge proprio nelle ultime settimane. E in particolare nei giorni scorsi, con la notizia del rapporto dell’intelligence Usa riguardo ai 3 ricercatori del laboratori di Wuhan ricoverati nel novembre del 2019 per sintomi riconducibili al Covid.

Rivelazione che ha fatto riesplodere sui media americani il dibattito sull’origine del virus. Dibattito su cui Biden interviene ora. Chiedendo una nuova indagine internazionale, indipendente e trasparente, sulle origini del virus. Sospettando evidentemente che la Cina abbia mantenuto programmi per attacchi con armi biologiche, anche dopo aver aderito nel 1984 alla Convenzione che proibisce lo sviluppo. La produzione. Il trasferimento di armi batteriologiche e tossine. Pechino, ovviamente, nega ogni accusa.

Pubblicato da edizioni24

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