Riccardo Pedrizzi
Redazione
Prima delle ultime festività natalizie, era stata presentata la proposta per la nuova versione della direttiva sul Rendimento energetico dell’edilizia (Energy
performance building directive, Epbd). Lo scopo era di intervenire sul patrimonio edilizio europeo per il rinnovamento energetico degli edifici, fissando
«l’obiettivo zero» per il 2050. La proposta della Commissione, come si poteva rilevare dal testo stesso, era molto diversa rispetto alle bozze che erano
circolate precedentemente secondo le quali, dal 2027 sarebbe scattato il blocco totale di vendite e di affitti per le case più inquinanti. Quelle per intenderci in classe G (la classe energetica inferiore).
«Permettetemi di affrontare alcune delle preoccupazioni specifiche che abbiamo visto negli ultimi giorni. Bruxelles non vi dirà che non potete vendere la vostra casa se non è ristrutturata e nessun burocrate di Bruxelles confischerà la vostra casa se non è ristrutturata» – disse in conferenza stampa (prima di Natale) il Vicepresidente esecutivo della Commissione europea nonché commissario europeo per il clima
e il Green deal europeo, Frans Timmermans. “Il patrimonio culturale è protetto – precisò – , e le case
estive possono essere esentate. La nostra proposta non contiene alcun divieto di vendita o affitto per gli edifici che saranno
classificati nella classe G. La proposta è lasciare agli Stati membri la libertà di decidere come far rispettare gli standard
minimi. Ciò già accade con successo in vari Stati membri”. “Da questa esperienze – continuò Timmermans -, ogni
Stato potrà trarre le lezioni necessarie per applicare nella maniera più giusta ed efficace la nostra proposta”.. “Un sostegno finanziario è e sarà sicuramente necessario. In molti casi si potrà ottenere un sostegno dal governo italiano o dall’Unione europea per aumentare il valore della propria casa e ridurre la propria bolletta energetica. Ci vogliono sforzi – concluse il Commissario per il clima – , ma sicuramente ne vale la pena…”.
Il Vicepresidente della Commissione europea così chiudeva la polemica sulla casa per le norme inizialmente incluse nel secondo pacchetto clima dell’anno che tagliava entro il 2030 il 55% delle emissioni di gas serra rispetto al 1990, certificando la marcia indietro fatta da Bruxelles rispetto a una prima bozza del documento dove si paventava che dal 2030 per vendere un immobile, il proprietario fosse obbligato a compiere interventi di riqualificazione
energetica. Ora, invece, ci sarà l’introduzione graduale di requisiti minimi di efficienza energetica, come già accade in Paesi come Francia e Olanda.
Con l’esclusione delle case di vacanza e dei palazzi storici, gli Stati membri saranno chiamati a identificare il 15% del parco immobiliare più problematico,
che sarà comunque classificato come G e a promuovere politiche per la sua riqualificazione. Per gli edifici pubblici le scadenze sono state fissate rispettivamente al 2027 e al 2030.
Finalmente anche tra qualche esponente della UE si incomincia a fare strada «il principio di sussi- diarietà». Come si ricorderà molte associa- zioni di proprietari di immobili con comunicati stampa ed inter- venti presso i parlamentari italiani avevano lanciato un grido di allar- me fin dall’estate dell’anno scorso allorquando ci si accorse che sia nelle raccomandazioni inviate dal- la Commissione europea all’Italia che nello stesso Recovery Plan, veniva richiesto proprio «la rifor- ma dei valori catastali non aggior- nata» e «la revisione delle agevola- zioni fiscali». E poi ancora si de- nunciava che la nuova direttiva sull’efficienza energetica degli edi- fici, con la quale, di fatto, si proce- deva ad una sorta di esproprio ecologista degli immobili «non a norma», era l’ennesima misura bizzarra della UE e un altro colpo micidiale al mercato e al patrimo- nio immobiliare degli italiani. Legare l’efficienza energetica de- gli immobili a un divieto di vendi- ta o affittare gli immobili era una misura inutile quanto penalizzan- te ed andava nella direzione op- posta a quei provvedimenti di in- centivazione e sostegno che le as- sociazioni chiedevano da anni al governo e alle istituzioni UE sul fronte del giusto e doveroso pro- cesso di efficientamento energeti- co degli immobili. Non saranno minacce o espropri – concludeva- no le associazioni di categoria – a risolvere la questione che in Italia riguarda milioni di proprietari im- mobiliari, che da oggi vedono la UE come una minaccia per le proprie case.