
81 morti, tutti i passeggeri e gli uomini dell’equipaggio. 43 anni fa ad Ustica la tragedia del volo di linea IH870 della compagnia aerea Itavia, partito dall’aeroporto di Bologna-Borgo Panigale e diretto all’aeroporto di Palermo-Punta Raisi. Una strage che ancora presenta tanti buchi neri sulle cause che la determinarono. Diverse le ipotesi ma anche i depistaggi che, sin da quella sera, contribuirono a non fare piena luce sulla vicenda.
La più autorevole ipotesi della causa del disastro venne nel febbraio 2007 da Francesco Cossiga, che all’epoca dell’incidente era Presidente del Consiglio che attribuì la responsabilità involontaria dell’abbattimento a un missile francese «a risonanza e non a impatto», lanciato da un velivolo dell’Aéronavale decollato dalla portaerei Clemenceau (ma oggi, dopo ulteriori indagini, si propende per la portaerei Foch), e che furono i servizi segreti italiani ad informare lui e Giuliano Amato dell’accaduto. Il missile era destinato, nelle intenzioni del lanciatore, a un velivolo libico su cui, a detta di Cossiga, si sarebbe trovato il dittatore Gheddafi. Tesi analoga è alla base della conferma, da parte della Cassazione, della sentenza di condanna civile al risarcimento ai familiari delle vittime, irrogata contro i Ministeri di Trasporti e Difesa.
“La sera del 27 giugno di 43 anni or sono venne scritta – ricorda il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella- una delle pagine più dolorose e buie della nostra recente storia. Un aereo di linea in viaggio da Bologna a Palermo, con 81 persone a bordo, di cui 13 bambini, precipitò nel mare vicino Ustica senza lasciare scampo a nessuno. Fu una tragedia immane. La Repubblica è vicina ai familiari delle vittime ed è partecipe del loro insuperabile dolore. La memoria continua a sollecitare solidarietà e impegno comune. Quando avvenne la tragedia, una cappa oscurò circostanze e responsabilità. Fu difficile aprire varchi alla verità sulla strage; anche a causa – sottolinea – di opacità e ambiguità. L’impegno dei familiari è stato prezioso. Alla loro tenacia e alla professionalità di donne e uomini delle istituzioni si devono i passi avanti compiuti per smentire l’ipotesi iniziale di un cedimento strutturale del velivolo e ricostruire la dinamica degli eventi”.