Zaki è finalmente un uomo libero. Decisiva l’azione diplomatica del governo Meloni

È finita l’odissea per Patrick  Zaki che è torna un uomo libero. Il giovane ricercatore italiano ha lasciato questa mattina l’edificio della Direzione di polizia di Nuova Mansura. “Patrick ora è libero tra la sua famiglia e i suoi amici. Grazie a tutti coloro che hanno mostrato solidarietà e sostegno”. È il  messaggio in inglese, arabo e italiano che compare sulla pagina Facebook Patrick Libero,  dedicata agli aggiornamenti sul caso del rucercatore italiano.. L’attivista per i diritti umani era stato condannato a tre anni di carcere per reati contro la sicurezza.

Nel post viene pubblicata la foto di Zaki sorridente che fa il segno della vittoria con la mano destra alzata. “Ora sono libero. Sono impaziente di tornare in Italia il prima possibile, speriamo che avvenga presto”, sono le prime parole pronunciate ai giornalisti che lo attendevano all’uscita. Maglietta a righe, dopo aver stretto la mano a un uomo della sicurezza, ha abbracciato per vari secondi la madre Hala. Poi la fidanzata, la sorella e il padre George. “Sto pensando a ritornare a Bologna, ad essere con i miei colleghi all’università”, ha detto  prima di partire per il Cairo.

La concessione della  grazia è il  frutto di un lungo lavoro diplomatico  della premier Meloni. Il lieto fine è arrivato grazie a una costante trattativa tra il governo italiano e quello egiziano. Con l’intervento determinante della Farnesina e dell’intelligence esterna italiana (Aise). “È stato un lavoro corale e alla fine il presidente egiziano ha deciso di concedere la grazia”. Così il ministro Antonio Tajani nel giorno della liberazione del giovane. “Non c’è nessun baratto, nessuna trattativa sottobanco. Siamo persone serie. E mi pare che non sia un risultato di poco conto”.

L’ambasciatore egiziano a Roma Bassam Rady ha sottolineato gli ottimi rapporti tra Italia ed Egitto. “L’uso da parte del presidente Al Sisi del suo potere costituzionale per concedere la grazia presidenziale è l’espressione della speciale e personale stima delle profonde e forti relazioni italo-egiziane”. Relazioni storiche – ha aggiunto – tra le due più grandi civiltà conosciute dall’umanità e dal mondo.

Un successo innegabile del governo e dell’Italia, sottolineato anche Ylenja Lucaselli di FdI. “Questo risultato conferma il rinnovato ruolo che l’Italia è attualmente in grado di rivendicare nell’area mediterranea e in Africa. Basato anche sulla libertà e sul rispetto dei diritti”. Un successo riconosciuto anche dal terzo polo, che si sfila dai goffi  tentativi di speculazioni politiche di una parte dell’opposizione, con il Pd in testa. “Bisogna sempre riconoscere i successi degli avversari, aiuta ad essere più credibili quando poi si avanzano delle critiche”, così Carlo Calenda che ieri si è complimentato con  Giorgia Meloni, “che ha fatto molto e le va riconosciuto senza se e senza ma”. Identico il plauso di Matteo Renzi.

Ben diverso l’atteggiamento improntato al “ma anche” di Elly Schlein. “La grazia a Patrick Zaki è una bella notizia”, ha detto. E ha voluto mettere cappello. “In tante e tanti ci siamo mobilitati in questi anni per la sua libertà. E continueremo a lottare anche per la piena verità e giustizia per Giulio Regeni”. Davvero deludente. Le parole del segretario del non sono piaciutel sottosegretario alla Giustizia, Wanda Ferro. “Non ha l’onestà intellettuale di riconoscere lo straordinario successo politico e diplomatico di Giorgia Meloni. Cche lei stessa aveva quasi sfidato, chiedendole di battere un colpo dopo la sentenza del tribunale egiziano”. La Schlein si è mobilitata? “Il premier, anziché fare chiacchiere, ha ottenuto il risultato”.

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