Valentina Corneli diffama Meloni e lei la trascina in tribunale: ecco chi è questa signora in cerca di notorietà

Nel tribunale di Teramo si potrebbe consumare la guerra legale fra Giorgia Meloni e l’ex deputata del Movimento 5 stelle, Valentina Corneli. La fu grillina è stata citata in giudizio dall’attuale premier per un post pubblicato sul suo profilo Facebook il 22 luglio 2019. Quest’ultimo è stato ritenuto diffamatorio. Il contenuto? “Torna all’attacco il pozzo di scienza della politica italiana – scriveva la Corneli dopo che la numero uno di Fratelli d’Italia aveva criticato il reddito di cittadinanza -. Signora Meloni, ragioniamo insieme perché sono certa che anche lei ce la può fare”. E ancora: “Forse lei li vuole in strada a delinquere così da fare la sua squallida propaganda e magari costruire nuovi campi rom da milioni di euro. Le piacerebbe rimettere le mani sulla Mafia Capitale, eh? Ahinoi, questa è la destra e non cambierà”. Da qui la querela presentata da Meloni e per cui Corneli ha trasmesso gli atti alla giunta per le autorizzazioni della Camera, ritenendo di potersi avvalere dell’immunità parlamentare sulle opinioni espresse. Peccato però che il relatore abbia già proposto alla giunta il 20 dicembre scorso di negargliela.

Il motivo? Per Devis Dori dei Verdi quel post è “asseritamente diffamatorio. Mi sembra che le affermazioni dell’onorevole Corneli siano difficilmente riconducibili al concetto di critica e denuncia politica”. E, dando un ennesimo colpo basso all’ex collega: “Le accuse rivolte dall’on. Corneli nei confronti dell’on. Meloni appaiono oggettivamente prive di precisi riscontri” a proposito di Mafia Capitale. L’ultima parola spetta all’aula, ma il caso sembra chiuso”.

La stessa Meloni definiva “una aggressione alla capacità intellettuale della sottoscritta, le cui capacità intellettive non le consentirebbero di affermare concetti semplici, se non guidata e illuminata da terzi. Non è consentito, pur nella veemenza della dialettica politica, ledere l’onore, il decoro e la reputazione altrui al punto di accostare, con volgarità gratuita e inaudita, un personaggio politico a una gravissima vicenda di natura penale, nonostante l’assoluta estraneità dello stesso anche alle sole indagini”. Da qui la probabilità tutt’altro che remota che le due possano incontrarsi in tribunale.

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